«Ma… Kublai genera soltanto figli maschi?»
Marco si fa una gran risata:
«Certo che no! Ha decine e decine di figlie. Non te ne ho parlato perché presso i tartari le donne conducono una vita dignitosa ma ritirata e non hanno cariche pubbliche, per cui, anche se sono figlie del Gran Khan, non fanno parlare di sé. Ma tutte vivono negli agi, si capisce!»
«E com’è, com’è il suo palazzo? Dai, racconta!»
«Beh, innanzi tutto, come ti ho già detto, non si tratta di un palazzo solo. Nei tre mesi più freddi dell’anno, vive a Cambaluc12, la capitale del Catai. La residenza di Kublai è circondata da uno spesso muro alto cinque o sei metri, lungo quattro miglia13 e che forma un grande quadrato al centro della città. Disposti a distanze regolari lungo la parte interna del muro di cinta sorgono otto palazzi dove sono conservate le armi e le attrezzature da guerra del Gran Khan. Ogni costruzione ne contiene un solo tipo ma in quantità straordinaria: così c’è il palazzo delle frecce, degli archi, dei turcassi14; c’è quello delle corazze, dei gambali15, degli scudi; c’è quello delle selle, delle briglie, dei freni16 e di tutto quello che serve a governare i cavalli. Capisci? Se serve un certo attrezzo, si sa subito dove trovarne tutto l’assortimento possibile».
«Sì, sì, è chiaro. Ma lui non vive lì…»

12 Cambaluc: si chiamava allora, in realtà, Khanlaligh, ed è l’odierna Pechino, capitale della Repubblica Cinese.
13 quattro miglia: l’equivalente di circa cinque-sei chilometri.
14 turcassi: custodie in cui si conservano le frecce da scagliare con l’arco.
15 gambali: detti anche schinieri, sono le protezioni che, nelle armature, erano riservate alle gambe.
16 freni: sbarrette di metallo che si mettono in bocca ai cavalli, in orizzontale, per fare pressione sulle labbra e controllarne così i movimenti.