«Il compleanno del Gran Khan cade nel ventottesimo giorno della luna di settembre e, in quella occasione, vengono organizzate delle feste che sono inferiori soltanto a quelle per l’anno nuovo, di cui ti dirò più avanti perché ne vale davvero la pena! Quando compie gli anni, Kublai si veste di stoffe d’oro e regala a dodicimila nobili del suo seguito vesti di valore quasi pari al suo».
«Regala dodicimila abiti?», domanda Rustichello e non può fare a meno di pensare che lui, da quando è imprigionato, è rimasto con lo stesso vestito che aveva indosso nel momento in cui è stato arrestato!
«Dodicimila, sì. E si tratta di vesti di seta e d’oro, trapuntate di gemme e di perle. Non ci crederai, ma questi regali si ripetono tredici volte all’anno!»
«Come sarebbe a dire?», si scandalizza lo scrittore. «Ogni anno, regala tredici volte dodicimila abiti?»
«Proprio così», si diverte Marco Polo. «Questo ti può dare una lontana idea della ricchezza di quel grande imperatore…»
Rustichello scrive, e per una volta è rimasto senza parole.
Marco riprende a raccontare:
«Del resto, nel giorno del suo compleanno, Kublai riceve regali splendidi da ogni parte del suo immenso impero. Ci sono poi quelli che gli fanno doni perché sperano di ottenere da lui posti di comando, tanto che egli non potrebbe badare a tutti e allora incarica dodici suoi baroni di distribuire gli incarichi in base ai meriti. Tutti i sudditi dei suoi domini pregano i loro dèi per la salute del Gran Khan, e questo indipendentemente dal fatto che siano cristiani, musulmani o idolatri».