Quelli che non riescono a entrare, stanno fuori, là dove il Gran Khan li possa vedere. A questo punto un sacerdote invita tutti a inginocchiarsi e a pregare per la salute, la prosperità e il potere dell’imperatore,e tutti ubbidiscono con grande spontaneità e convinzione. Segue la rassegna dei doni e Kublai li esamina uno per uno, senza trascurarne alcuno perché sa che tutti hanno dato il massimo di ciò che erano in grado di offrire e, dunque, nessun dono è più importante di un altro. È poi il momento del grande banchetto, ma di questo ho già fatto una descrizione e ci si può fare un’idea di come le cose procedano…»
«È una festa che vale la pena vedere!»
«Sì, ma considera che il Gran Khan ha stabilito che ve ne siano tredici all’anno, una per ogni luna, e ogni volta partecipano i dodicimila cavalieri di cui ti ho detto, quelli che si chiamano Chesitan. È per questo che ha regalato loro tredici vestiti: devono essere indossati ognuno nell’occasione giusta, poiché sono tutti di colori diversi e ogni colore indica una data precisa».
«Va bene, ma Kublai sta sempre chiuso nel suo palazzo?»
«Per niente! Uno dei suoi divertimenti preferiti è la caccia. Ma la sua non è una caccia come tutte le altre: possiede molti leopardi addestrati e addirittura leoni che vengono lanciati a catturare cinghiali, buoi, cervi e anche orsi. Un altro tipo di caccia è quello con le aquile: sono addomesticate e, una volta liberate, volano a uccidere daini, caprioli e persino lupi. È uno spettacolo terribile e affascinante insieme vedere l’aquila che attacca il lupo, arrivando a ghermirlo sulla schiena e, quando quello si volta per mordere come gli detta l’istinto, con l’altra zampa gli serra la bocca e lo finisce a forza di colpi di becco! Ma lo spettacolo più straordinario è quello offerto dai cani di Kublai…»
«Volevo ben dire che non c’entrassero i cani con la caccia!»
«C’entrano, c’entrano: eccome! A corte il Gran Khan mantiene due personaggi che egli considera quasi come suoi fratelli: si chiamano Baian e Mingan e sono i custodi dei suoi cani mastini.
Ognuno di loro ha al proprio comando diecimila uomini: quelli dell’uno sono tutti vestiti di rosso, quelli dell’altro di giallo.