La villa di campagna La campagna, un bene produttivo Ai tempi della fondazione Roma fu abitata da agricoltori e allevatori, fatto testimoniato da reperti archeologici, da templi in onore del dio Pale e di Cerere, divinità delle messi, dal mito di Proserpina. Anche il termine pecunia, denaro, deriva da pecus, -oris = pecora, merce privilegiata di scambio in una società pastorale, quando non esisteva ancora il sistema monetario. Piccoli e grandi proprietari facevano rendere i loro poderi, creando un economia basata anche sul commercio. Durante i periodi di guerra, i contadini diventavano soldati e costituivano il nerbo delle potenti legioni. Con l espansione del dominio romano, si crearono vaste proprietà assegnate a coloro che si erano distinti nelle guerre di conquista e fatte coltivare agli schiavi. Molte famiglie patrizie vivevano nella ricchezza, grazie alle rendite derivanti dall agricoltura, praticata nelle ville di campagna (villae rusticae). Scene di vita in una villa rustica (Tunisi, Museo del Bardo). 178 Unità 12 Particolare di mosaico del IV secolo con villa di campagna a torri e loggiato. (Tunisi, Museo del Bardo). La vita dei contadini La vita all interno della villa non era certo facile per i servi che erano controllati costantemente nel loro duro lavoro: non c era mai riposo, nemmeno durante le festività. In autunno dovevano seminare, raccogliere i frutti del bosco, vinificare. In primavera curavano le viti, gli alberi da frutto, falciavano l erba, poi in estate mietevano; ogni giorno accudivano gli animali, producevano il formaggio Quando il tempo era piovoso e freddo, i servi si dedicavano a riordinare la cantina, riparare le botti, a sistemare gli attrezzi rotti. Era una vita dannata, infatti, se si ammalavano, si vedevano ridurre la razione alimentare, perché improduttivi. Il padrone spesso viveva in città e trascorreva pochi giorni in campagna per controllare se il fattore (vilicus) avesse rispettato i suoi ordini e se la resa dei campi non fosse inferiore alle attese.