La caccia La caccia nasce come necessità La caccia, definita da Sallustio1, servile officium, (lavoro da servi) venne praticata come necessità dai servi per liberare le greggi dall aggressione degli animali, per procurare abbondanti e prelibati cibi per le mense dei ricchi. Fu introdotta come passatempo dei patrizi e dei ceti abbienti solo intorno al II secolo a.C., dopo la conquista della Grecia, dove questo sport era privilegio degli aristocratici. La caccia come sport Bisogna distinguere la caccia agli uccelli, detta aucupium, da quella degli animali a quattro zampe (cervi, cinghiali, lepri...), la venatio; quest ultima rappresentava la forza, la violenza e veniva praticata con l aiuto di cani e di servi, attrezzati con armi adatte (venabula, iacula, lanceae) a colpire l animale e a tenerlo, ferito, a una certa distanza dal cacciatore. Il cane, definito da Lucrezio2 fida vis (forza fedele), era addestrato fin dalla nascita e seguiva con il suo fiuto gli animali da scovare; Caccia alla lepre in un mosaico del III sec. (Tunisi, Museo del Bardo). Scena del cinghiale che assale un cacciatore ferito - Piazza Armerina - Villa del Casale. questi, usciti dalle loro tane, venivano inseguiti, spinti verso le reti tese per catturarli e qui trovavano la morte. La caccia agli uccelli poteva essere praticata come sport sedentario; per catturare la preda, erano usati vari richiami: il canto per mezzo di un flauto, fistula, il cibo, o gli uccelli prigionieri. I malcapitati cadevano nelle reti e il cacciatore poteva riempire il suo carniere. Non molto diffusa era la caccia con i rapaci, che tanto sarà in voga nel Medioevo. Due cacciatori cuociono il pranzo (Piazza Armerina, Villa del Casale). 1. Sallustio Crispo: (86-35 a. C. ca.) storico latino, celebre per il De Coniuratione Catilinae. 2. Lucrezio Caro: (99?-55? a.C.) poeta latino, autore del poema De rerum natura. 310 Unità 24