Il gioco a Roma Divertimento per tutti i bimbi Come in tutti i tempi, anche ai bambini romani piaceva giocare. I bimbi poveri si costruivano giochi da soli, con legno o fango essiccato: piccoli animali, barchette, perfino capanne. I figli dei ricchi disponevano invece di un ampio corredo di giochi, spesso commissionati ad abili artigiani. Le testimonianze ci derivano dai poeti (soprattutto Orazio e Persio) e dal ritrovamento di oggetti nelle tombe dei bambini. I neonati si divertivano con campanelle (tintinnabula), attaccate a cerchi che suonavano a ogni movimento. Tra i fanciulli erano molto diffusi i cavallini a dondolo, la trottola (turbo), il cerchio (orbis truchus) spinto con un bastone ricurvo, il gioco delle noci (nuces o ludus castellorum) che consisteva nel colpire con una Giovani giocano a palla in un affresco del II sec. d.C. (Roma, Museo Nazionale). noce un piccolo castello di noci o nel cercare di fare canestro in una bottiglia dal collo stretto. Come attesta il poeta latino Persio, l espressione dare addio alle noci , significava abbandonare l infanzia ed entrare nell età adulta. Giochi di ragazzi in un affresco del II sec. d.C. (Roma, Museo Nazionale). I piccoli aurighi... e altri giochi Molto amate erano anche le bighe (bigae) in miniatura: se il carretto era piccolo, poteva essere trainato da topi o da piccioni. Se era più grande e il ragazzo poteva salirci, allora si attaccavano degli animali, per esempio, dei fenicotteri, una pecora, un cavallino Si realizzavano dei 56 Unità 3