50 2 Materiali per le tecnologie chimiche Fragilità caustica Ad elevate temperature l idrogeno atomico può anche legarsi al carbonio sia in superficie, con diminuzione della resistenza e della durezza, che all interno del reticolo. In tal caso la formazione di metano può portare a rotture per tensocorrosione. Un ulteriore forma di tensocorrosione comune nelle caldaie per la produzione del vapore è la fragilità caustica, a cui sono soggetti gli acciai al carbonio e bassolegati, causata dall idrossido di sodio impiegato come additivo in questa operazione. L acqua presente negli interstizi vaporizza parzialmente lasciando una soluzione più concentrata in soda caustica. Il continuo ricambio e la successiva vaporizzazione aumentano sempre più la concentrazione in soda che, operando la caldaia in pressione, può risultare in rotture improvvise. Infine, materiali che sviluppano film passivanti possono essere danneggiati da fenomeni di erosione da parte di flussi abrasivi o sfregamento con parti in movimento che, danneggiando il film passivante, possono favorire l aggressione da parte di agenti corrosivi. 2.7.5 La biocorrosione Batteri solfato riduttori Microrganismi, come batteri, funghi e alghe, possono creare le condizioni per lo sviluppo della corrosione elettrochimica. Le superfici solide forniscono un ottimo supporto per lo sviluppo di colonie di microrganismi, in particolare quelle a contatto con acqua, per cui torri di raffreddamento, serbatoi, e tutte le apparecchiature degli impianti di trattamento acque. I materiali sensibili alla biocorrosione sono gli acciai al carbonio, inox, le leghe di rame e di alluminio. Per gli acciai, indipendentemente dalla natura dei microrganismi, le colonie di microrganismi che ricoprono le superfici metalliche determinano le condizioni per lo sviluppo di corrosione per areazione differenziale, in quanto le zone metalliche ricoperte fungono da anodo con il ferro che si corrode sotto la colonia. Un gruppo di batteri particolarmente insidioso è costituito dai batteri solfato riduttori, che sono attivi in ambienti anaerobici, ma resistono anche in ambienti aerobici ed addirittura in acque sterilizzate con derivati del cloro. Alcuni ceppi possono operare anche ad elevate temperature, in condizioni normalmente sfavorevoli a molti microrganismi. Riescono a danneggiare oltre alle ghise ed agli acciai al carbonio e legati, anche leghe rame-nichel e nichel-molibdeno. La loro azione, in ambiente anaerobico, consiste nel ridurre i solfati, eventualmente presenti, in solfuri che, successivamente, si combinano con lo ione ferroso proveniente dalle reazioni di corrosione (2.7), facendo precipitare il solfuro ferroso FeS di colore nero, che rende riconoscibile questo tipo di corrosione (2.16 e 2.17). La precipitazione rimuove lo ione Fe2+ dalla soluzione ed esalta i processi corrosivi. + 2 SO2 + 4H2 0 4 + 8H + 8e S 02a CAPITOLO_015-055.indd 50 (2.16) 27/04/12 11.26