. Macchina termica operatrice che ha lo scopo di fornire calore ad un corpo o ad un ambiente sottraendolo ad un ambiente a temperatura inferiore. Pompa di calore . Vedi Frigorifero. Refrigeratore . Nelle macchine termiche motrici è dato dal rapporto tra il lavoro prodotto ed il calore sottratto alla sorgente calda. Può assumere solo valori compresi tra zero e uno, rappresenta quindi la frazione di calore che è possibile trasformare in lavoro. Il massimo rendimento possibile delle macchine termiche appartiene al ciclo di Carnot reversibile ed è solo funzione delle temperature assolute della sorgente calda e della fredda. Rendimento . Detta anche titolo del vapore, è la frazione di fluido in fase vapore in un vapore saturo umido. Secchezza . Scala della temperatura introdotta da William Thomson (Lord Kelvin) che propose di utilizzare il rendimento del ciclo di Carnot, che dipende esclusivamente dalle temperature delle due sorgenti di calore e non dal fluido utilizzato. È detta per questo assoluta. Lo zero è stato posto a quel limite, individuato dalle leggi empiriche di Charles e Gay-Lussac, quando “il volume (del gas) sta per ridursi a niente”; l’intervallo di temperatura tra un grado ed un altro coincide con quella della scala Celsius. In onore di Lord Kelvin l’unità di misura è il kelvin ed il simbolo è K. Attualmente un kelvin è fissato a 1/273,16 della temperatura del punto triplo dell’acqua e 0 K corrispondono a –273,15 °C. Temperatura assoluta . Teoria con cui si spiegava il trasferimento di calore prima delle esperienze di Joule. Fu proposta da Lavoisier per superare la precedente teoria del flogisto che era stata contraddetta dai suoi esperimenti. Il calorico era considerato un fluido privo di massa, presente in quantità costante nell’universo, che si spostava dai corpi caldi a quelli freddi, trasferendo così il calore. La teoria del calorico permetteva di interpretare correttamente i fenomeni chimico-fisici dell’epoca. Carnot, p.e., la utilizzò per sviluppare il ciclo e il teorema che portano il suo nome. Teoria del calorico . Detta anche valvola d’espansione o riduttrice di pressione, è una valvola che provoca notevoli perdite di carico al fluido che l’attraversa grazie alla ridotta luce di passaggio. È utilizzata in frigoriferi e pompe di calore che utilizzano il ciclo a compressione di vapore, in cui la forte caduta di pressione provoca l’evaporazione parziale del fluido di lavoro. La trasformazione è sostanzialmente adiabatica, oltre che isoentalpica, per cui il calore latente richiesto per l’evaporazione è ottenuto a spese del calore sensibile, con conseguente forte abbassamento della temperatura. Spesso è di tipo automatico ed è regolata in base alla temperatura o alla pressione a cui si vuole portare il fluido che l’attraversa. Valvola di laminazione . Stato in cui un fluido è presente tutto come vapore alla temperatura di condensazione o di rugiada alla pressione data. Se il fluido è una sostanza pura, la temperatura di condensazione, ad una data pressione, coincide con quella di ebollizione. È uno stato che si può considerare ideale in quanto è di difficile realizzazione pratica: o il fluido è tutto vapore ma ad una temperatura leggermente superiore a quella di condensazione, quindi è un vapore surriscaldato, oppure è alla temperatura del passaggio di stato ma in presenza di poco liquido, quindi è un vapore saturo umido. Vapore saturo secco . Stato di un fluido caratterizzato dalla presenza di liquido e vapore in equilibrio ad una data pressione. Per una sostanza pura, la temperatura è costante e corrisponde a quella di ebollizione/condensazione. Per una miscela, la temperatura varia tra quella di ebollizione e quella di rugiada. Come si vedrà, ci sono miscele, dette azeotropiche, che fanno eccezione in quanto mantengono la temperatura costante durante il passaggio di stato liquido-vapore. Vapore saturo umido . Stato di un fluido che si trova ad una temperatura superiore a quella di condensazione alla pressione data ma inferiore alla sua temperatura critica. Vapore surriscaldato . I vetri sono materiali che cristallizzano molto lentamente. Partendo dal liquido, se non si ricorre a particolari precauzioni, si ottiene un solido amorfo, cioè con una distribuzione disordinata delle particelle almeno a lungo raggio. Poiché lo stato solido, da un punto di vista chimico-fisico, è caratterizzato dalla struttura cristallina, i vetri si possono considerare dei liquidi altamente viscosi. Vetro