Se si eccettuano i manufatti trasparenti e incolori, tutti gli altri contengono dei coloranti. Possono essere coloranti organici oleosolubili, per impartire colorazioni a manufatti trasparenti, o, più comunemente, pigmenti inorganici opachi. Tra i più comuni coloranti citiamo il biossido di titanio e il solfato di bario per i bianchi, il nerofumo per il nero, le scaglie d’alluminio per l’argentoo metallizzato, il carbonato di piombo e la mica per il perlaceo. I coloranti vengono generalmente aggiunti ai polimeri in polvere e quindi omogeneizzati. Un’altra tecnica utilizzata in casi particolari come per il polimetilmetacrilato, consiste nell’aggiungere il colorante prima della polimerizzazione. Coloranti. Colorare manufatti trasparenti In molte applicazioni, per la prevenzione degli incendi, data l’infiammabilità di molti polimeri, è necessario aggiungere sostanze in grado di impedire o quanto meno ritardare la combustione del manufatto. Agiscono sia combinandosi con l’ossigeno formando composti non combustibili, sia bloccando i radicali che propagano la combustione. Il più usato è il triossido d’antimonio, sono usati anche sostanze clorurate e gli esteri fosforici che, come il tricresilfosfato, possono agire anche da plasticanti. Non tutti i polimeri sono infiammabili, alcuni sono autoestinguenti, come il PVC, il polietrafluoroetilene e il policarbonato. Bisogna comunque tenere presente che il pericolo associato alla combustione delle materie plastiche non è solo legato alla loro infiammabilità ma anche alla formazione di fumo e alla tossicità dei gas che si sviluppano. Così i polimeri alogenati sono autoestinguenti, cioè non sostengono la combustione, ma bruciando, o comunque decomponendosi se sollecitati termicamente, sviluppano fumi tossici. Ritardanti della combustione. Prevenire gli incendi Sono sostanze che bloccano o rallentano i fenomeni ossidativi, generalmente di natura radicalica, impedendo la formazione dei radicali o bloccando le reazioni a catena con cui procedono le ossidazioni. Se hanno lo scopo di proteggere il manufatto sono detti anche . Trovano particolare applicazione nei materiali elastomerici i cui doppi legami sono particolarmente esposti ai fenomeni ossidativi. Una particolare categoria sono gli che prevengono l’azione degradativa della luce, come il nerofumo che impedisce il passaggio della luce e i , come gli idrossibenzofenoni che assorbono appunto la luce ultravioletta e sono utilizzati per proteggere il polietilene dall’invecchiamento alla luce solare. Antiossidanti. antivecchianti stabilizzanti filtri UV Rallentare le ossidazioni Le materie plastiche posseggono generalmente un’elevata costante dielettrica che facilita l’accumulo di elettricità statica che, oltre a favorire l’adesione della polvere, crea difficoltà nelle applicazioni in cui sono coinvolti dispositivi elettronici, sempre più diffusi. Generalmente si usano sostanze tensioattive che presentano una buona permanenza nelle matrici polimeriche e che agiscono assorbendo umidità dall’ambiente in cui è posto il manufatto, oppure sostanze che conducono elettricità, come il nerofumo. Antistatici. Impedire l'adesione delle polveri