13.11 PROBLEMATICHE TOSSICOLOGICHE ED AMBIENTALI Sono problematiche che assumono uno spessore ed una connotazione diversi a seconda che si riferiscano alla sintesi del polimero, alla sua lavorazione, all’uso dei manufatti a base di materiali polimerici e al loro smaltimento. In questo paragrafo tratteremo brevemente solo delle problematiche inerenti all’ e allo . I polimeri di per sé possiedono generalmente una buona inerzia, per cui trovano ampia applicazione in manufatti destinati a venire in contatto con alimenti, farmaci, con il corpo umano e suoi componenti. Altrettanto non si può dire di monomeri, additivi e prodotti di decomposizione. Come molte altre sostanze, possono presentare vari livelli di tossicità e di pericolosità. Casi notevoli sono il cloruro di vinile, CH₂=CHCl (VCM), monomero del cloruro di polivinile, che è un potente cancerogeno e i vapori di formaldeide, monomero delle resine acetaliche e di alcune resine termoindurenti (fenoliche, ureiche, melamminiche) che è un sospetto cancerogeno, così anche gli isocianati, monomeri dei poliuretani sono sospetti cancerogeni e alcuni ritardanti di combustione a base di composti aromatici alogenati, ecc. Si precisa comunque che il problema dei monomeri residui affligge principalmente i polimeri di poliadduzione, in quanto, per lo specifico meccanismo di reazione (v. § 13.5.2), il monomero è presente fino alla fine della polimerizzazione. In ogni caso il problema del rilascio del monomero, come degli eventuali additivi, è legato alla velocità di diffusione di tali sostanze nella matrice polimerica. uso smaltimento Uso e smaltimento Si pone quindi il problema della pericolosità dell’eventuale rilascio di tali sostanze soprattutto quando il manufatto è destinato a contenere alimenti o comunque quando è destinato ad entrare in stretto contatto con l’uomo. Generalmente l’uso dei materiali polimerici, come di qualsiasi altro destinato a questi scopi, è sottoposto ad autorizzazione preventiva in base ad apposite prove da parte degli enti nazionali e sovranazionali preposti a tutela della salute. Il rilascio Il problema della decomposizione si presenta in diversi modi a seconda delle possibili situazioni in cui avviene. Nel caso di decomposizione rapida ed incontrollata, come p.e. in un incendio, si possono sviluppare sostanze tossiche che aggravano ulteriormente il pericolo della situazione. Così, p.e., nella decomposizione termica di sostanze clorurate è inevitabile che si formi HCl. Nel caso di abbandono nell’ambiente, dati i tempi di degradazione usualmente molto lunghi, il rilascio delle eventuali sostanze tossiche nell’ambiente è molto lento e potrebbe risultare superiore al tempo con cui tali sostanze si degradano a loro volta. Infine, nel caso di smaltimento controllato, si ha un aggravio dei costi per i trattamenti aggiuntivi necessari ad impedire il rilascio di sostanze tossiche e nocive nell’ambiente. La decomposizione Già da tempo i materiali polimerici hanno acquistato notevole importanza nel settore dell’imballaggio e del confezionamento, cioè in manufatti che per loro stessa costituzione hanno un “ciclo vitale” molto breve che spesso si esaurisce con lo sconfezionamento del prodotto contenuto. Negli ultimi anni il fenomeno si è accentuato, grazie alle caratteristiche di robustezza, leggerezza, impermeabilità e igienicità offerte dalle materie plastiche, con una progressiva sostituzione degli imballaggi in carta. Un altro settore con caratteristiche simili, anche se quantitativamente meno rilevante, è quello degli oggetti monouso o quasi. Tutto ciò ha contribuito ad acuire il problema rifiuti, data la sostanziale non biodegradabilità della maggior parte dei materiali polimerici, ed ha contribuito in modo non marginale al loro impatto ambientale. Imballaggio e confezionamento