207 4.2 Le equazioni di trasferimento di materia niera da non avere limiti sulle composizioni del solvente in uscita. In genere ciò si verifica quando solvente e soluto sono della stessa natura, per cui idrocarburi come le benzine leggere sono ottimi solventi per il metano e altri idrocarburi gassosi. I solventi devono presentare una volatilità bassa, per evitare perdite eccessive nella fase gassosa, che comunque uscirà satura di solvente. Talvolta, nel caso di scelta obbligata del solvente, è possibile recuperarlo dalla corrente gassosa tramite un assorbimento con un solvente meno volatile. Un altra caratteristica fisica rilevante è la viscosità del solvente, che deve essere bassa per ottenere elevati coefficienti di trasferimento, minori perdite di carico e minori rischi di ingolfamento della colonna. Per molte applicazioni il solvente migliore è l acqua, mentre per gas che contengono idrocarburi devono essere impiegati solventi della stessa natura. Infine, il solvente deve essere poco corrosivo, non deve essere tossico e deve essere sufficientemente economico. 4.2 Condizioni per il trasferimento di materia LE EQUAZIONI DI TRASFERIMENTO DI MATERIA Come per la distillazione, il trasferimento di materia è realizzato mettendo a contatto due fasi che non sono in equilibrio termodinamico tra loro. In particolare, il soluto avrà nelle due fasi un potenziale chimico differente. Il soluto si trasferirà dalla fase a potenziale maggiore verso quella a potenziale minore: Assorbimento sG > sL (4.1) Strippaggio sL > sG (4.2) dove si è indicato con sL e Gs rispettivamente il potenziale del soluto nella fase liquida e nella fase gassosa. La differenza tra i due potenziali rappresenta la forza spingente che determina il trasferimento. Il sistema tenderà alle condizioni di equilibrio tramite un trasferimento di soluto da o verso il solvente che tenderà ad eguagliare i potenziali. 4.2.1 Il modello del doppio film Trasferimento di materia senza reazione chimica I trasferimenti di materia tra due fasi senza reazione chimica tra il soluto ed il solvente fanno riferimento ad un modello detto modello del doppio film. In base a questo modello in ognuna delle due fasi si viene a formare, a ridosso dell interfase, un film stagnante o, al massimo, in moto laminare. Superato il film, nel cuore delle due fasi, si suppone che i moti turbolenti o convettivi rendano uniformi le concentrazioni. Alla superficie di interfase si vengono a determinare le condizioni affinché le composizioni in fase gassosa ed in fase liquida corrispondano alle composizioni di equilibrio, descritte dalla legge di Henry. Allontanandosi dall interfase, le concen-