La prima applicazione su larga scala dell’estrazione liquido-liquido si è avuta nell’ per la separazione degli idrocarburi aromatici dagli alifatici (v. Cap. 7), sia per migliorare le prestazioni di alcune frazioni come kerosene, jet fuel, oli lubrificanti, sia per la produzione di BTX (benzene, toluene, xileni) da avviare alle lavorazioni petrolchimiche. Sempre in questo campo, l’estrazione viene anche applicata nell’addolcimento delle benzine, nella separazione del butadiene dagli altri idrocarburi C₄, nella purificazione del caprolattame (monomero del nylon-6). industria petrolifera e petrolchimica Industria petrolifera e petrolchimica Nell’ l’estrazione liquido-liquido permette di recuperare molti intermedi e prodotti di natura termolabile, ai quali, quindi, processi come la distillazione o l’evaporazione sono difficilmente applicabili. Ricordiamo l’estrazione di antibiotici dai brodi di fermentazione, quali la penicillina, l’eritromicina, le cefalosporine e l’estrazione delle vitamine A e D dall’olio di pesce. industria farmaceutica Industria farmaceutica Anche nell’ si hanno notevoli applicazioni: molto comune è la raffinazione con solvente di oli e grassi. Spesso, anche in questo settore industriale, si ricorre all’estrazione per la possibilità di operare a bassa temperatura avendo a che fare con soluti termolabili. industria alimentare Industria alimentare In questi ultimi anni particolare sviluppo hanno avuto le applicazioni dell’estrazione nel , in particolare nel trattamento di acque contenenti sostanze organiche volatili (SOV). Questa tecnica permette un recupero economico di sostanze comunque riutilizzabili ed evita il rilascio nell’ambiente di composti tossici e nocivi. Un tipico esempio è l’estrazione di acido acetico da soluzioni acquose diluite. Essendo il punto d’ebollizione dell’acido acetico superiore a quello dell’acqua, il recupero per distillazione impone l’evaporazione di grosse quantità d’acqua, rendendo così antieconomico questo tipo di separazione. trattamento dei reflui industriali Trattamento dei reflui industriali L’estrazione liquido-liquido trova anche applicazione nel settore inorganico. La prima applicazione si è avuta negli anni ’50, nel , per recuperarne il materiale fissile ancora contenuto. Per poter separare il plutonio formato e l’uranio non consumato dai prodotti della fissione nucleare, il combustibile esausto viene disciolto in acido nitrico e si estrae la soluzione salina con solventi, permettendo così la separazione selettiva dei sali di uranio e plutonio. trattamento del combustibile nucleare esausto Industria nucleare Questa tecnologia, nata e sviluppatasi nell’ambito dell’industria nucleare, ha trovato rapida applicazione nel settore metallurgico portando allo sviluppo della , specie per l’utilizzo di minerali a basso titolo nel metallo d’interesse. Generalmente si attacca con acidi il minerale e si estrae la soluzione ottenuta con solventi. Così si è resa possibile l’estrazione dell’uranio anche da rocce che ne contengono 50 ÷ 200 ppm. Similmente il rame si estrae da soluzioni in cui ne contengono 1 ÷ 10 g/dm³, concentrazione troppo bassa per il processo elettrochimico. Spesso il nichel e il cobalto sono presenti in soluzione insieme al rame. Con opportuni solventi anche i sali di questi metalli vengono estratti selettivamente. Altra importante applicazione nel settore inorganico è la purificazione dell’acido fosforico ottenuto come soluzione diluita e alquanto impura con il , in cui le fosforiti, minerali a base di fosfato tricalcico, vengono attaccate con acido solforico di media concentrazione. Si ottiene un precipitato di solfato di calcio e una soluzione di acido fosforico. Con l’estrazione con solventi organici si riesce ad avere una soluzione di acido fosforico sufficientemente pura da poter essere utilizzata nell’industria alimentare, senza dover ricorrere al più costoso . metallurgia estrattiva processo a umido processo a secco Metallurgia estrattiva