7.6 I trattamenti preliminari Il successo del petrolio come materia prima è dovuto in una certa misura anche alla facilità con cui può essere prelevato e trasportato. Il petrolio, infatti, può risalire dal giacimento spinto dalla pressione dei gas, eventualmente presenti, o, in assenza di questi, può essere prelevato con l’ausilio di pompe aspiranti prementi. Alcuni grezzi possono presentare viscosità così elevate da rendere molto difficile l’estrazione. In tal caso si utilizzano flussanti, come ad esempio gasolio, in maniera da abbassarne le viscosità. Lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini ( ) è oggi possibile anche ad elevate profondità grazie ai progressi della tecnologia di produzione ed ancoraggio delle piattaforme marine. Queste possono essere sia ancorate sul fondo che galleggianti munite di un sistema di equilibratura che ne mantiene rigorosamente costante l’assetto. È possibile così sfruttare le stesse tecniche di estrazione utilizzate sulla terra ferma. Il trasporto del greggio viene effettuato tramite gli oleodotti con cui si collegano i campi di estrazione ai terminali petroliferi. Il trasporto via mare è assicurato dalle petroliere che possono arrivare ad una stazza di 500.000 tonnellate (una tonnellata di stazza corrisponde a 2832 m³). off shore Quando il greggio arriva allo stabilimento petrolifero viene inviato ai serbatoi di stoccaggio. La capacità complessiva dello stoccaggio deve essere tale da consentire la lavorazione anche in assenza di approvvigionamenti immediati e continui. In occasione di crisi petrolifere e crescita repentina dei prezzi, attingendo allo stoccaggio si riesce ad esercitare una minima azione calmierante sui prezzi. Il parco serbatoi, inoltre, deve essere provvisto di tutte le misure di sicurezza per lo stoccaggio di un materiale altamente infiammabile come il petrolio. Per questo motivo ogni serbatoio è costruito all’interno di una apposita trincea il cui volume deve essere almeno pari alla capacità del serbatoio, ed evitare così che eventuali incendi possano propagarsi ad altri serbatoi. Molto utilizzati sono anche i serbatoi a tetto galleggiante, in cui non si può avere gas a contatto con il petrolio. Stoccaggio Il greggio contiene sempre in una certa misura acqua salmastra dispersa e materiali sedimentabili. Mentre questi possono essere rimossi con un’efficienza accettabile già a partire dal luogo di estrazione, l’eliminazione completa dei sali ( ) richiede un trattamento apposito che precede le lavorazioni. Infatti, la presenza di sali durante le operazioni di trattamento può essere altamente deleteria per le apparecchiature a causa della capacità di formare incrostazioni. Inoltre, i cloruri presenti in grande quantità, potrebbero, insieme all’acido solfidrico, essere causa di tensiocorrosione e la loro presenza negli oli combustibili causa la formazione di depositi ed incrostazioni nei bruciatori. In una certa misura i sali cominciano a separarsi, insieme all’acqua emulsionata, nei serbatoi di stoccaggio, ma la maggior parte non può separarsi a causa dell’azione degli asfalteni, sostanze a peso molecolare elevato, che stabilizzano le emulsioni. Il , illustrato in Fig. 7.14, viene effettuato pompando il petrolio alla pressione di 12 bar e preriscaldandolo sino a 150 °C, temperatura alla quale la viscosità si abbassa notevolmente, agevolando la successiva separazione. Inoltre, l'elevata pressione impedisce la vaporizzazione dell’acqua e dei disemulsionanti che si aggiungono subito dopo. Questi possono essere di natura basica o acida a seconda del grezzo, e la miscela passa attraverso una valvola che ne favorisce la completa miscelazione. Quindi si passa al desalter (D1) dove un campo elettrostatico da 15.000 a 30.000 volt agevola la sedimentazione delle particelle di acqua salata verso il basso, mentre il grezzo dissalato esce dall’alto. desalting desalting Eliminazione dei sali