L’acido esce dal basso, viene refrigerato in E1 e rimandato al reattore, mentre l’alchilato, contenente ancora tracce di acido nonché butani non reagiti, procede verso la colonna di frazionamento C2. Da questa si separano l’alchilato dal fondo e l’acido fluoridrico e i non reagiti dalla testa, che vengono inviati al reattore. Lateralmente si estraggono il n-butano che viene inviato all’isomerizzazione ad isobutano e più in alto l’isobutano riciclato al reattore R1. Fig. 7.32 Processo Phillips di alchilazione con catalizzatore a base di HF. 7.13 ISOMERIZZAZIONE Il processo di consente di trasformare paraffine lineari in paraffine isomere, con lo scopo di aumentare il numero di ottano. La carica trattata in questo processo può essere costituita da benzine leggere, come pentano o esano, provenienti direttamente dal topping o anche dal reforming o da idrocracking. Il processo può trattare anche il n-butano per trasformarlo in isobutano utile per l’alchilazione. La funzione principale dell’isomerizzazione è quindi quella di aumentare il N.O. Research dei componenti leggeri delle benzine, mentre l’alchilazione agisce sui componenti relativamente pesanti del blending. Le reazioni di isomerizzazione, leggermente esotermiche, vengono catalizzate da catalizzatori bifunzionali simili a quelli del reforming (T), che presentano insieme siti con attività deidrogenante e siti acidi che catalizzano la formazione di carbocationi. Sono stati realizzati processi a bassa temperatura, operanti con catalizzatori ad elevata attività come AlCl con SbCl o processi ad alta temperatura che utilizzano catalizzatori come metalli del gruppo del platino, supportati su allumina. isomerizzazione 3 3 L’aumento del numero di ottano Un possibile meccanismo di reazione, con catalizzatore a base di platino su allumina, prevede una iniziale deidrogenazione, catalizzata dal platino, con formazione di olefina: Aspetti cinetici