Successivamente si ottiene il carbocatione per addizione di H+ all’olefina, catalizzata dal centro acido (7.23), e successivamente si può avere la formazione di carbocationi più stabili (7.24). Infine, il carbocatione si trasforma in olefina (7.25) e, per idrogenazione catalizzata dal platino, in paraffina ramificata (7.26): Per evitare le reazioni di cracking ad olefine, nonché la formazione di coke, il processo deve operare in presenza di una moderata pressione di idrogeno. La reazione può essere realizzata, a seconda del processo, in fase gassosa o in fase liquida. Un esempio di processo è illustrato in Fig. 7.33. La carica viene inizialmente disidratata nella colonna di essiccamento C1 e quindi miscelata con l’idrogeno di riciclo. Quindi vengono preriscaldati in E1 e introdotti nel reattore a letto fisso R1, dove avvengono le reazioni esotermiche. I prodotti in uscita, dopo recupero del calore, vengono refrigerati in E2 sino a condensazione. L’idrogeno gassoso viene separato in D1 e ritorna indietro all’uscita di C1. I prodotti vengono quindi sottoposti a frazionamento e stabilizzazione per l’eliminazione dei leggeri in C2 dal cui fondo esce la benzina isomerizzata stabilizzata. In un’altra sezione dell’impianto viene effettuata la separazione tra gli isomeri ed eventuali idrocarburi lineari ancora presenti nella benzina in uscita. A questo scopo si utilizzano setacci molecolari da 5 Å che lasciano passare le molecole isomere, di minori dimensioni medie, e trattengono le molecole lineari. Queste vengono successivamente desorbite con idrogeno e riciclate in testa impianto. Processo di isomerizzazione Fig. 7.33 Impianto di isomerizzazione ad alta temperatura in fase gassosa.