7.15.2 La desolforazione di keroseni, benzine ed altri distillati medi La desolforazione dei distillati medi destinati al commercio, come kerosene, gasoli da autotrazione, jet fuel, ma anche intermedi da inviare a processi catalitici, viene comunemente effettuata con un processo di idrodesolforazione catalitica. La presenza dell’idrogeno consente la trasformazione non solo dei composti solforati, ma anche di quelli azotati ed ossigenati attraverso le reazioni seguenti: Inoltre sono possibili reazioni di saturazione di eventuali olefine e diolefine. Le reazioni sono esotermiche, ma per ottenere una buona attività catalitica ed una elevata velocità di reazione si opera a temperature relativamente alte che, in base al tipo di alimentazione, sono comprese tra i 200 °C ed i 400 °C. Alle condizioni di esercizio la carica è in molti processi allo stato vapore, ma alcuni processi lavorano in fase liquida o mista. Il catalizzatore impiegato è a base di ossidi o solfuri di molibdeno supportati su allumina e, dato il tipo di carica mediamente pesante, alle temperature di esercizio l’accumulo di coke sul catalizzatore procede con velocità bassa. Lo schema di processo è del tutto analogo a quello visto nel § 7.11.2, Fig. 7.30. La idrodesolforazione catalitica 7.16 ALTRE OPERAZIONI DI CONVERSIONE In generale lo scopo dei processi di conversione è quello di modificare le rese delle varie frazioni a favore di quelle più leggere. Le operazioni di conversione già viste avevano lo scopo di aumentare la resa in benzine (FCC) o migliorare la qualità delle stesse (reforming). Le conversioni trattate di seguito hanno lo scopo di abbassare le rese in frazioni molto pesanti producendo frazioni più leggere da destinare ad ulteriori lavorazioni.