A questo punto la miscela di C privata sia di butadieni che di isobutene può essere sottoposta a distillazione di rettifica che separa dalla testa isobutano e 1-butene e dalla coda n-butano e 2-buteni. Ciascuna delle due correnti viene quindi sottoposta a distillazione estrattiva con furfurolo che abbassa la volatilità degli alcheni che verranno separati dal fondo delle rispettive colonne di estrazione. 4 Fig. 7.46 Separazione dei C4. 7.20 PRODUZIONE DI BUTADIENE Data l’importanza del butadiene come materia prima, qualora le quantità prodotte con lo steam cracking non dovessero essere sufficienti, lo si può produrre per deidrogenazione di buteni o del butano: Dai diagrammi di Francis (v. Fig. 7.47) è possibile dedurre che la reazione si può effettuare alla temperatura di circa 940 K, con temperature leggermente più basse a partire da butene. Deidrogenazione di buteni o di butano La reazione viene effettuata su catalizzatore a base di ossidi di alluminio e cromo alla temperatura di circa 650 °C su reattori a letto fisso. L’inevitabile formazione di coke comporta la fermata periodica per la rigenerazione con aria. Gli impianti utilizzano perciò più reattori in parallelo, in maniera da mantenerne uno in rigenerazione e gli altri in fase di reazione. Un classico impianto è illustrato in Fig. 7.48. La carica viene preriscaldata e portata alla temperatura di reazione nel forno B1. Quindi entra nella batteria di reattori adiabatici R1 che realizzano la reazione endotermica di deidrogenazione. Il ciclo di funzionamento è molto breve, tra 7 e 15 minuti, in maniera da avere una bassa escursione termica ed un limitato deposito di coke. Esempio di impianto con reattori in parallelo