In questo caso la polimerizzazione viene proseguita allo stato solido operando a ∼ 250 °C in una corrente di gas inerte in un letto fluido o in un essiccatore sotto vuoto. Sono necessari tempi molto lunghi (∼ 20 h), visto che lo stadio cineticamente limitante è la velocità di diffusione del glicol che si forma per le reazioni di condensazione dall’interno delle particelle di polimero. 8.3 IL POLISTIRENE Il ( ) si ottiene per poliaddizione radicalica dello stirene, a sua volta sintetizzato a partire da benzene, che viene alchilato secondo Friedel e Crafts con etilene, e susseguente deidrogenazione catalitica dell’etilbenzene così ottenuto: polistirene PS Lo stirene si polimerizza in massa o in sospensione (v. § 13.6 Vol. II). Si ottiene un polimero lineare e atattico, quindi amorfo. Con opportuni catalizzatori si può ottenere il polistirene isotattico, che non ha comunque proprietà tali da farlo risultare commercialmente interessante. Il polistirene ha una temperatura di transizione vetrosa Tg ≈ 80°C e rammollisce tra 90 e 100 °C. È duro, rigido, fragile, lucido e trasparente (se puro). Resiste bene alle soluzioni acquose e si può considerare ininfiammabile, non resiste invece agli ossidanti energici, ai solventi clorurati, agli idrocarburi aromatici, ai chetoni, ecc. Sintesi dello stirene Il polistirene si produce in varie qualità, sia come omopolimero, sia come copolimero. Le principali sono le seguenti. (GPPS, general purpose PS), lucido e trasparente ma fragile, ottenuto per polimerizzazione in massa. Si può colorare facilmente sia in massa, sia per trattamenti superficiali. Si lavora principalmente per iniezione e trova applicazione in svariati campi, principalmente nel settore dell’imballaggio, anche per alimenti, dei giocattoli, dei casalinghi. (HIPS, high-impact PS) ad elevata resilienza, ottenuto polimerizzando lo stirene in presenza di un 5 ÷ 10% di elastomero. L’elastomero, inizialmente disciolto nel monomero, durante la polimerizzazione si separa formando una fase elastomerica che resta dispersa nella matrice di polistirene. Come elastomero si utilizza il polibutadiene o il copolimero butadiene-stirene. Si verifica anche una certa reticolazione tra l’elastomero e il polistirene. L’incorporazione della fase elastomerica può avvenire anche meccanicamente nel polistirene già formato ma le prestazioni sono inferiori. Si lavora principalmente per iniezione per produrre contenitori di apparecchiature per l’industria elettrica, degli elettrodomestici, dei casalinghi, ecc. (EPS), prodotto per polimerizzazione in sospensione in presenza di un idrocarburo basso bollente (p.e. pentano) che resta inglobato nelle perle di polimero. In alternativa si impregnano le perle già formate con l’idrocarburo. Polistirene cristallo Polistirene antiurto Polistirene espanso I polistireni