463 8.4 Il polivinilcloruro Le perle così ottenute sono poste negli stampi. Riscaldando lo stampo si ottiene il rammollimento del polimero e l evaporazione dell idrocarburo che fa dilatare le perle che, sospinte le une contro le altre, fondono insieme assumendo la forma dello stampo e dando così il manufatto voluto. Trova impiego principalmente nell edilizia come isolante termico e nell industria dell imballaggio. Copolimeri Copolimeri stirene-acrilonitrile (SAN), si considerano delle tecnoplastiche. Sono dello stirene superiori al polistirene per resistenza ai solventi e per tenacità, sono trasparenti. Copolimeri stirene-butadiene (SBR), ottenuti per poliaddizione radicalica in emulsione, sono le classiche gomme sintetiche, sviluppatesi durante la seconda guerra mondiale per sopperire alla carenza di gomma naturale. Più recentemente si sono sviluppati copolimeri a blocchi, ottenuti per poliaddizione anionica in soluzione, che costituiscono un esempio di elastomero termoplastico, un polimero, cioè, che a temperatura ambiente manifesta un comportamento simile a quello delle gomme vulcanizzate, mentre ad alta temperatura rammollisce e può essere lavorato come un comune termoplastico. Terpolimeri acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), si considerano delle tecnoplastiche. Si preparano polimerizzando una miscela di acrilonitrile e stirene in un emulsione acquosa di butadiene. Si ottiene una resina bifasica costituita da inclusioni di gomma stirene-butadiene in una matrice costituita dal copolimero acrilonitrilestirene. Le resine ABS resistono meglio alle alte temperature, ai solventi e all usura del SAN. Copolimeri stirene-divinilbenzene. Si preparano per polimerizzazione in sospensione. Il divinilbenzene (1,4-dietenilbenzene) forma delle reticolazioni tra le catene, per cui si ottiene una resina termoindurente. Hanno un applicazione particolare, in quanto, sotto forma di microsfere porose, servono come matrice per la preparazione di resine a scambio ionico, ottenute funzionalizzando in vario modo l anello benzenico; p.e. per solfonazione si introducono dei gruppi-SO3H, con ottenimento di resine a scambio ionico acide. 8.4 Sintesi del cloruro di vinile IL POLIVINILCLORURO Il polivinilcloruro o cloruro di polivinile (PVC) si ottiene per poliaddizione radicalica del cloruro di vinile (VCM), a sua volta preparato a partire dall etilene che viene clorurato od ossiclorurato a 1,2-dicloroetano che, a sua volta, per deidroclorurazione dà il cloruro di vinile: C H2 CH2 + Cl2 CH2C l C H2 CH2 + 2 HCl + 1/2 O2 H2O C H2C l CH2 CHCl + HCl VCM Il cloruro di vinile è un gas a temperatura ambiente (p. eb. 13,7 °C a 1 bar) che comunque liquefa sotto pressione, tanto che viene stoccato liquido a 2 3 bar. Oltre ad essere cancerogeno, il VCM è facilmente infiammabile e forma miscele esplosive