11 INTRODUZIONE Tra scienza e fantasia: Il mondo perduto di Conan Doyle Che cosa ne direste se un giorno vi capitasse di imbattervi in qualcuno che vi dicesse di aver scoperto un angolo remoto della Terra abitato niente po po di meno che da animali preistorici? Forse, lì per lì, vi prenderebbe un brivido all idea di ritrovarvi faccia a faccia con qualche dinosauro carnivoro, grande e grosso come tanti elefanti messi insieme, e più famelico di un branco di squali. Poi, pensandoci bene, vi verrebbe altrettanto naturale sorridere di una notizia così bizzarra. In effetti, quegli animali dalle dimensioni mastodontiche che milioni di anni fa si aggiravano sulla superficie della Terra e nelle profondità dei mari non possono più esistere. Perché? Per un motivo molto semplice: le condizioni climatiche e ambientali necessarie alla sopravvivenza di tali giganti non esistono più. Questo è, almeno, il parere degli scienziati, i quali però ci rimasero di stucco quando, quasi un centinaio di anni fa, venne pescato nei pressi del Madagascar un pesce gigante, lungo all incirca un metro e mezzo e pesante una cinquantina di chilogrammi, che tutti gli zoologi credevano ormai estinto da un pezzo: il celacanto. Ma lasciamo, per ora, il celacanto a nuotare nelle calde acque dell Oceano Indiano e ritorniamo al nostro punto di partenza, che è poi anche il punto di partenza del romanzo di A. Conan Doyle, Il mondo perduto. Eccovene, in sintesi, la trama. Un giovane giornalista londinese, Edward Malone, viene incaricato dal suo giornale di intervistare il professor George Edward Challenger, un tipo bizzarro salito recentemente agli onori della cronaca per le dichiarazioni che aveva rilasciate al ritorno da un suo viaggio in Sud America, e che avevano provocato lo sconcerto nel mondo scientifico. Il professore sostiene addirittura di aver trovato, nel corso delle sue ricerche, una località sudamericana, di cui non vuole for-