Prova 4 L agguato 5 10 15 20 25 30 35 Correva nell erba umida di rugiada riempiendosi le narici dell odore familiare dei fiori selvatici. Nel cielo, pallido ai primi raggi del sole, i falchi descrivevano lente ruote in caccia di preda. Nei fossati di confine fra i campi si sentivano gracidare le rane. Girò alla larga di un albero per non disturbare uno stormo di merli posati sui rami, simili a luccicanti foglie nere. Era appena passato oltre quando udì un forte, rauco gracidio e, voltatosi, vide che sull albero calavano centinaia di corvi facendo fuggire i merli. Addentrandosi nel fitto sottobosco, sentì il profumo delle mangrovie1. I maiali selvatici si misero a grugnire, non appena lo videro, scatenando le urla di una tribù di babbuini i cui maschi fecero subito scudo alle femmine e ai piccoli. Da bambino Kunta si divertiva a canzonarli fino a irritarli, allora i babbuini agitavano le braccia e, a volte, gli tiravano sassi. Ora però non era più un ragazzo e aveva imparato a trattare tutte le creature con rispetto, come voleva essere a sua volta trattato. Dopo aver costeggiato il fiume per un breve tratto, Kunta prese un sentiero, tracciato la lui stesso, che portava a una vecchia mangrovia. Si issò sul ramo più basso e salì fino alla cima. Da lassù, nella limpida aria del mattino, accarezzato dai tiepidi raggi del sole, contemplò il fiume ancora coperto di folaghe2 addormentate. Più oltre si estendevano le risaie. Dopo la notte insonne di vedetta quel posto diede a Kunta una dolce sensazione di tepore e meraviglia. Si rendeva conto che ogni cosa su cui posava lo sguardo c era già da tempo immemorabile e vi sarebbe rimasta dopo la sua scomparsa e la scomparsa dei suoi nipoti. Allontanandosi in direzione del sole, Kunta giunse finalmente al boschetto dove avrebbe tagliato un bel tronco della giusta dimensione per farne un tamburo. Sul limitare degli alberi, percepì un movimento improvviso: una lepre. Il suo cane si diede a inseguirla nell erba alta, abbaiando furiosamente. Era quindi solo un gioco, perché se un cane vuole far sul serio, certo non abbaia. Kunta si aggirò fra le piante, cercando la più adatta al caso suo. La terra sotto i piedi era umida e soffice di muschio, l aria era ancora fredda, perché il sole non era ancora abbastanza alto per penetrare il fitto fogliame. Depose le armi e la scure su un ceppo e seguitò a cercare. D un tratto udì schiantarsi un ramoscello, poi il grido rauco di un pappagallo. Sarà il cane che torna, pensò; ma in un baleno gli venne in mente che un cane adulto non spezza mai un ramo. Si girò di scatto e vide una faccia bianca, una clava sollevata. Taubob3! Scalciò, colpendo l uomo al basso ventre, ma in quell attimo qualcosa di duro gli rase la nuca e si abbatté, pesante come un tronco, sulla sua spalla. Piegandosi per il dolore girò su sé stesso e vide due negri che stavano per balzargli addosso con un 1. mangrovie: vegetazione tipica delle zone tropicali. 2. folaghe: grossi uccelli acquatici. 3. Taubob: così era chiamato l uomo bianco presso gli indigeni africani. testi letterari 21