11 Se pareba boves alba pratalia araba, et albo versorio teneba, et negro semen seminaba gratias tibi agimus omnipotens sempiterne Deus. Spingeva avanti i buoi (le dita), arava i prati bianchi (i fogli della pergamena), teneva un aratro bianco (la penna d oca) e seminava un nero seme (l inchiostro): Si tratta di una serie continua di metafore: è l amanuense che ara fogli bianchi, guidando una penna bianca e seminando inchiostro nero. Un altro documento è il Placito capuano del 960, in cui compaiono nell atto giudiziario redatto in latino le parole di un testimone in lingua volgare. Sao ko kelle terre per kello fini que ki contene trenta anni le possette parte sancti Benedicti. (So che quelle terre, entro quei confini che qui si descrivono, trent anni le ha tenute in possesso l amministrazione patrimoniale di san Benedetto.) In questo documento si nota un ulteriore evoluzione della lingua romanza verso l italiano: sao deriva da sapio (che verrà usato in italiano, «sapere ) e non da scio; il costrutto «sao ko non è più latino, diventerà «so che . Si verificarono a livello fonetico, morfologico, lessicale e sintattico costanti mutamenti determinati da diversi fattori: una maggior concretezza (si pensi al verbo manducare mangiare del latino tardo a scapito di edere, rimasto nella lingua d arrivo solo nel linguaggio dotto, «edibile ); un economia linguistica che ha fatto cadere le s finali (si pensi a rosas, «rose , lupis, «ai lupi ) o la t della 3ª persona singolare del modo indicativo, tempo presente (amat, «ama , cantat, «canta ). Le future lingue nazionali stavano assumendo i caratteri di base che avrebbero portato alla formazione delle lingue moderne, codificate, adottate nei vari ambiti della vita pubblica e privata, nonché nelle prime espressioni letterarie in lingua volgare: i poemi cavallereschi, come la Chanson de Roland in Francia, El Cid Campeador in Spagna, il ciclo dei Nibelungi in Germania e, in Italia, la Scuola poetica siciliana, la poesia religiosa e il Dolce stil novo. Il latino e l Italiano Il lessico italiano è quello che riflette maggiormente l origine latina. Alcune parole sono rimaste invariate («rosa , «aquila , «mare , «aurora , «pirata , «gloria , «luna , «Sicilia ...). Moltissime hanno subito lievi modifiche, frutto di una trasformazione avvenuta nel corso dei secoli, che ha comportato variazioni vocaliche e consonantiche (da pater è derivato «padre , da mater «madre , da epistula «epistola , «epistolare , da focus «fuoco . Altre parole sono invece del tutto diverse perché, scomparse in tempi remoti, hanno lasciato il posto a vocaboli nuovi (puella = «fanciulla , magnus = «grande , equus = «cavallo , urbs = «città , rus = «campagna , sidus = «stella , puer = «fanciullo ...). La maggior parte di questi termini non è però completamente scomparsa nella nostra lingua; molti sono infatti rimasti vivi nei loro derivati (magnus è presente in «magniloquenza ,