Civiltà e vita quotidiana modulo 9 Le terme: il passatempo preferito dai Romani sulle spiagge di Baia, la località più alla moda, frequentata dall aristocrazia dell epoca. Sempre motivo di aggregazione erano le terme, frequentate non solo da uomini d affari, ma da modesti artigiani, bottegai, servi, che, dopo aver svolto i loro compiti, amavano trascorrere il tempo libero dedicandosi alle cure del corpo. Anche le donne erano assidue frequentatrici dei bagni e si ritrovavano nella zona ad esse dedicate, praticando le stesse attività degli uomini. Le terme erano generalmente pubbliche, date in appalto a imprese, ma le case signorili potevano avere bagni privati, anche lussuosi; nondimeno i ricchi non disdegnavano di frequentare le terme perché lì si incontravano persone influenti, si discuteva di politica, si veniva a conoscenza degli ultimi pettegolezzi, si intrecciavano nuove amicizie. Gli edifici termali romani erano presenti fin dalla seconda metà del III secolo a. C., ma soprattutto con l età imperiale diventarono sontuosi, ricchi di marmi e molto estesi. Divertimento per tutti i bimbi Gli ambienti termali Non vi erano solo locali riscaldati, ma anche freddi, in modo che il corpo si temprasse. Vi erano numerosi ambienti creati per ogni esigenza: frigidarium, una sala per il bagno freddo, tepidarium, una sala per il bagno tiepido, calidarium, una sala per il bagno caldo, sphaeristerium, un locale destinato alla ginnastica. Grandi piscine permettevano di tenersi in allenamento, perché ogni Romano doveva saper nuotare e poter esibire le proprie capacità é Bambini che giocano (Museo del Louvre). Come in tutti i tempi, anche ai bambini romani piaceva giocare. I bimbi poveri si costruivano giochi da soli, con legno o fango essiccato: piccoli animali, barchette, perfino capanne. I figli dei ricchi disponevano invece di un ampio corredo di giochi, spesso commissionati ad abili artigiani. Le testimonianze ci derivano dai poeti (soprattutto Orazio e Persio) e dal ritrovamento di oggetti nelle tombe dei bambini. I neonati si divertivano con campanelle (tintinnabula), attaccate a cerchi che suonavano a ogni movimento. Tra i fanciulli erano molto diffusi i cavallini a dondolo, la trottola (turbo), il cerchio (orbis, truchus) spinto con un bastone ricurvo, il gioco delle noci (nuces o ludus castellorum). Molto amate erano anche le bighe (bigae) in miniatura: se il carretto era piccolo, poteva essere trainato da topi o da piccioni. Se era più grande e il ragazzo poteva salirci, allora si attaccavano degli animali, per esempio, dei fenicotteri, una pecora, un cavallino. La maggior parte dei giochi era suggerita ai ragazzi dal loro istinto di imitare i grandi . Così le bambine giocavano con le bambole (pupae), confezionate in legno, in terracotta o in avorio; talora erano invece in stoffa riempita di sabbia o di crusca. I maschi si improvvisavano aurighi (aurigae), oppure soldati, giudici, magistrati e, crescendo, si esercitavano negli sport che li addestrassero nell attività militare.