100 6 I dubbi del commissario Un segugio di razza Il lunedì mattina, negli uffici del commissariato, regnava un animazione insolita. Ancora in corridoio, Gaspare sentiva il suo vice che urlava allegro a voce spiegata: «L abbiamo in pugno , accompagnato da un coro di risate e di ovazioni scherzose, nel quale il commissario riconobbe, una per una, le voci degli agenti della sua squadra: Fulgenzi,Vanni, Gigliozzi, Cecco e quell idiota di Alberoni. Le voci provenivano chiaramente dal suo ufficio. E infatti, non appena aprì la porta, Gaspare trovò il capannello dei suoi riunito intorno a Piersanti che faceva il mattatore. «Ciao, Giames , lo apostrofò il suo vice che ogni tanto, per prenderlo in giro, si divertiva a chiamarlo come 007, ma storpiandone il nome e pronunciando Giames invece di James, cosa che faceva montare in bestia Gaspare. «Maledizione, Giulio! Ma perché ti trovo sempre qui, a ciondolare1 nel mio ufficio? Eppure ce l hai il tuo, no? , sbottò allargando le braccia. «Ma io non ciondolo, Gaspare, tengo una lezione , gli ribatté Piersanti. «Ma va !... . 1 ciondolare: oziare.