186 IL MISTERO DELLE STATUE RUBATE « un fax, lo manda don Silvestro , precisò Cecco. «Don Silvestro? , sbottò il commissario sorpreso. Il messaggio del don era brevissimo, non più di tre parole: «Vieni subito qui . «E per chiedermi di correre da lui, c era bisogno che mi spedisse un fax? Non era più semplice darmi un colpo di telefono? , borbottò. Poi gli occhi gli caddero sull apparecchio telefonico: era staccato. Probabilmente, dopo aver cercato invano di contattare il Simonetti, il commissario aveva rimesso a posto male la cornetta. Don Silvestro aveva provato a chiamarlo in quel momento trovando il telefono isolato. Sì, doveva essere andata così per forza, non c era altra spiegazione: «Però, poteva chiamarmi sul cellulare, quel matto là , bofonchiò Gaspare afferrando la giacca. «Cecco, dove vai? Vieni con me , intimò all ispettore che aveva voglia di bersi un caffè e stava per svignarsela al bar di Ranetta. «Ah, se arriva Piersanti digli che siamo stati convocati urgentemente a Camelia da don Silvestro , urlò al vice brigadiere. «Da don Silvestro, urgentemente! Sì, sì, glielo dirò , rispose Vanni raccogliendo le altre carte che il vento aveva distribuito un po dappertutto sul pavimento della stanza. Il complice Don Silvestro li stava aspettando davanti alla canonica. Doveva essere di umore tinto3, come avrebbe dedotto il Simonetti, perché camminava avanti e indietro con le mani intrecciate dietro la schiena, e la faccia ingrugnita. Appena li vide, gli andò incontro a braccia aperte: «Ma quanto ci avete messo! , esclamò in tono di rimprovero. 3 tinto: nero, fosco, parola dialettale siciliana.