192 IL MISTERO DELLE STATUE RUBATE «Vuol... vuol dire che non mi arresta? , gli domandò con gli occhi sgranati. «Perché dovrei? Con quale accusa? . «Beh, io le ho messo quel foglio in tasca. Sono stato complice di quei furfanti contro la mia volontà, s intende . «Mi dia retta, signor Biondi, se ne torni a casa , rispose il commissario sorridendo. «E se quelli vengono a sapere che ho spifferato tutto alla polizia? , gli replicò l omino che era diventato paonazzo, da pallido che era. «Non succederà, signor Biondi. Non succederà, stia pur tranquillo , lo rassicurò Gaspare dandogli una leggera pacca sulla spalla. E adesso? «Io non capisco , diceva Piersanti. «Che cosa non capisci, Giulio? . «Che bisogno aveva il tuo Mister X di ricorrere a questa sceneggiata, e soprattutto di mettere in mezzo un povero Cristo come il Biondi? C erano tanti altri modi per farti recapitare il suo messaggio, se proprio ci teneva . «E invece è stata una mossa geniale , gli ribatté Gaspare. «No, scusa, adesso sei tu che stai delirando , soggiunse il vice alzandosi di scatto. Il commissario non si scompose: «Ora siediti e mangia, sennò lo stoccafisso si raffredda. Dopo ti spiegherò . Gaspare aveva invitato il collega a mangiare lo stoccafisso in umido preparato dalla zia, perché intendeva festeggiare nel modo più gustoso la cattura degli altri complici dei due compari Puglisi e Galletti, che la sua squadra guidata da Piersanti aveva eseguito quel giorno stesso. Un profumino delizioso si alzava dal piatto e convinse il vice a riprendere il posto a tavola, e a fare onore alla pietanza: «Proprio buono,