26 IL MISTERO DELLE STATUE RUBATE «Tranquillo, don Benigno. Se ci saranno novità, lei sarà il primo a saperlo , rispose Gaspare stringendogli la mano. Poi salutò Celeste, la ringraziò per le preziose informazioni, e si avviò con Cecco verso la chiesa dietro a Orlando che faceva loro da guida. Qualche indizio Il sopralluogo sulla scena del furto non aveva fornito risultati clamorosi. Gaspare, che se lo aspettava, aveva perlustrato la chiesa da cima a fondo, compresa la sagrestia12, mentre Cecco faceva il terzo grado al povero Orlando, cercando di strappargli quei pochi indizi necessari per fare un quadro completo della situazione. Tra uno strafalcione13 e l altro, il sagrestano aveva confermato la versione del parroco: disse che era accorso immediatamente al suo richiamo, dopo di che si era affrettato per modo di dire, perché era lento come una lumaca a dare l allarme suonando le campane. Poi, mentre Gioacchino correva di gran carriera al commissariato a fare la denuncia, si era rifugiato in canonica a bersi na tazzulella14 di caffè coi biscottini, perché con lo spavento che si era preso ci voleva proprio un po di caffè per rianimarlo: «Celeste lo fa accussì bbuono, con la napoletana ! , esclamò facendo schioccare la lingua contro il palato e socchiudendo gli occhietti strabici per il piacere. «Ora facciamo il punto della situazione , disse Gaspare appena salito in macchina, mentre l ispettore si affannava a mettere in moto la Rosetta. «Dunque: abbiamo una statua che 12 sagrestia: locale all interno della chiesa dove i sacerdoti si preparano per le funzioni religiose e dove si conservano gli arredi sacri. 13 strafalcione: vistoso errore di grammatica, sproposito. 14 na tazzulella: una tazzina. Orlando è napoletano e qualche volta, come in questo caso, gli capita di usare forme o espressioni dialettali della sua terra d origine.