48 IL MISTERO DELLE STATUE RUBATE punto per punto, la versione fornita al commissario dal fratello Rodolfo; lo stesso fece Gioconda, quando Gaspare la interrogò. Poi, dopo aver rilevato le tracce di pneumatici impresse sul terreno e appartenenti con molta probabilità al furgone utilizzato dai ladri per portar via la statua, come osservò l ispettore in tono saccente, si avviarono verso la Rosetta, parcheggiata nel viale degli ulivi poco distante dalla canonica, non senza aver promesso a Gioconda di ritornare il prima possibile ad assaggiare le sue lasagne al pesto. L uomo nero Il cielo si era abbuiato e tirava vento di mare, segno che il tempo, dopo la parentesi di sole del pomeriggio, stava di nuovo volgendo al brutto. Un tuono che rimbombò in lontananza, li avvertì che avrebbero fatto meglio ad accelerare il passo, se non volevano arrivare alla macchina bagnati fradici. «Sbrighiamoci, non ho voglia di bagnarmi , diceva Gaspare scrutando i nuvoloni che scendevano giù a frotte dai monti, col loro carico di pioggia. «Psst, psst . «Che fai, Cecco, hai voglia di scherzare? , grugnì Gaspare. «Iooo? , protestò l ispettore puntandosi l indice al petto, «ma se non ho neanche fiatato! . «E allora, mi sai spiegare cosa diavolo è questo sibilo? . «E che ne so, sarà la pioggia , rispose Cecco facendo spallucce, «non vede che piove? . Difatti le nuvole cominciavano a spremere i loro primi goccioloni grossi come nocciole. Due caddero proprio sul naso di Gaspare e altri tre gli saltarono sulle lenti degli occhiali: «Maledizione! , stava per dire quando udì di nuovo quel sibilo, ma questa volta più forte e più insistente. «Pssst, pssst, commissario Bellini, qua! . Gaspare si voltò in tempo per vedere un donnino minu-