IX Presentazione uno dei tanti luoghi comuni ripetuti acriticamente quello di dire che i Promessi sposi sono un grande e appassionante libro, ma che la scuola, rendendone obbligatoria la lettura, lo fa diventare un testo indigeribile e a volte odioso per i giovani. Il ragionamento ha un suo fascino fra l anticonformista e il ribellistico, ma in realtà è inconsistente. Se fosse vero, non si capisce perché testi come l Odissea o la Divina Commedia, ugualmente obbligatori e non certo più facili , non provocano la stessa crisi di rigetto ma anzi, risultano essere molto amati. La realtà è diversa: dato per vero che spesso il capolavoro manzoniano non suscita gli entusiasmi degli studenti (ma non sempre è così), il motivo della disaffezione non sta nell obbligatorietà della lettura, ma nelle attese sbagliate che il libro suscita in coloro che lo aprono per la prima volta. Mi spiego meglio: mentre chi si accinge ad affrontare Omero o Dante sa che si troverà di fronte a due universi alieni, la Grecia degli déi e degli eroi in un caso, il Medioevo cristiano nell altro, dal Manzoni ci si aspetta una rappresentazione e una condivisione del costume contemporaneo come se si trattasse di un romanzo giovanilistico: in fin dei conti si tratta della storia di due ventenni, quasi due coetanei dei giovani lettori. Ebbene, è chiaro che con questo approccio non si può che rimanere spiazzati, e in qualche caso esterrefatti, di fronte ai turbamenti virginali di Lucia, alle ingenuità di Renzo, alla crisi di coscienza dell innominato, alla nobile retorica del cardinale Borromeo: Non è così che va il mondo pensa lo studente sentendosi vagamente preso in giro, e magari passa a leggere qualche romanzo alla moda. Dunque, per comprendere e apprezzare i Promessi sposi bisogna calarsi nella dimensione dell universo manzoniano esattamente come si fa con quello dantesco, e quindi dotarsi di tutti gli strumenti storici, linguistici, filosofici, biografici necessari: in una parola, studiare. Ecco perché è necessario un commento che, insieme all insegnante, guidi il lettore in questo difficile percorso. Un commento che, quello sì, sia di stretta attualità rapportando e confrontando tre livelli: il Seicento di Renzo e Lucia, l Ottocento del Manzoni e il nostro mondo del terzo millennio, mettendone in luce le divergenze e le convergenze, ciò che sopravvive e ciò che è cambiato e come è cambiato. questa necessità di attivare un rapporto dialettico fra l oggetto letterario e l attualità che giustifica la redazione di sempre nuovi commenti ai grandi capolavori del passato: altrimenti, un commento di alta qualità come per i Promessi sposi potrebbero essere quelli di Luigi Russo o di Attilio Momigliano non avrebbe alcun bisogno di essere sostituito da uno nuovo, che potrà essere anche di qualità inferiore ma il cui deficit di qualità sarà riscattato da un rapporto con il presente che i vecchi commenti hanno inevitabilmente perduto. sulla base di queste considerazioni che abbiamo deciso di procedere a una seconda edizione del nostro commento, intervenendo appunto con l inserimento di approfondimenti tematici completamente nuovi che attivano quelle sinergie fra i tre livelli (il Seicento, l Ottocento e il presente) di cui parlavamo prima. Per il resto, l ispirazione del nostro lavoro resta la stessa: ossia l applicazione di un metodo di lettura semiologica, teso cioè all identificazione del sistema di segni e di percorsi semantici che costituiscono la struttura profonda del testo. Ciò natu-