Avventure e ancora avventure 129 valcioni del mio pezzo di legno mi avvicinavo sempre più a quel passaggio pericoloso, sentii distintamente la voce della dea che mi diceva: Attento, Ulisse, ora Cariddi comincerà a risucchiare l acqua, e tu, se non stai accorto, finirai dritto nelle sue fauci. L unica speranza che ti resta è fare un bel salto in alto e aggrapparti ai rami di quel fico che sporge dallo scoglio. Il tempo necessario perché il mostro vomiti di nuovo l acqua del mare, dopo di che tu salta giù fra le onde, e afferra il relitto del tuo albero maestro . Non mi ci volle molto a capire che non avevo alternativa. Dovevo seguire per amore o per forza i consigli della dea, e così feci. Con un abilità degna di un acrobata, spiccai un salto e mi aggrappai a un ramo di quel fico. Infine, quando Cariddi rigettò l acqua che aveva risucchiato, saltai giù fra le onde e afferrai il mio relitto che galleggiava non lontano. Per nove giorni di fila fui trascinato dalle correnti vorticose, finché non giunsi esausto sulle sponde dell isola Ogigia, dove la dea Calipso mi raccolse naufrago e si prese cura di me . Il ritorno «Qui finisce la mia storia, nobili Feaci. Il resto lo avete già ascoltato dalle mie labbra. E non intendo annoiarvi ripetendovelo , concluse Ulisse. «Tu non potresti annoiarci mai, ospite, anche se riprendessi daccapo il tuo racconto rispose Alcinoo, «prima di tutto perché sei un bravo narratore, e poi perché sei un uomo giusto e intelligente, anche se un po sfortunato. Perciò ho deciso di aiutarti: c è una nave nel porto già attrezzata e pronta per la partenza. tutta tua: parti anche subito, se ti pare. Se sei stanco, potrai dormire durante il viaggio; ci penseranno i miei marinai a ricondurti a casa . «Non potrò mai ringraziarti abbastanza, nobile Alcinoo , mormorò, commosso, l eroe.