A Itaca 145 sussurrava. «Sono arrivato a Itaca su una nave nera. I Feaci mi hanno lasciato sulla spiaggia del porto di Forchis. Atena mi ha trasformato in un vecchio pezzente, perché nessuno potesse riconoscermi, ma ora devi sapere chi sono e perciò mi ha ridato il mio vero aspetto . «Chissà mia madre come sarà contenta! Tu non sai cosa ha dovuto passare in questi anni, povera donna. Eppure non ha mai smesso di credere, neanche per un istante, che tu saresti tornato! , gridò Telemaco, senza staccarsi da suo padre. «No, caro: lei non deve sapere che sono qui , rispose Ulisse. «No? E perché? . «Nessuno deve saperlo, almeno per ora. per la mia sicurezza, capisci? . «Neppure Eumeo? , gli domandò il giovane, un po deluso. «Nemmeno lui, caro. Sta tranquillo e fidati di me: quando verrà il momento mi farò riconoscere, ma adesso è troppo presto , rispose. «Ora senti: tu torna a casa da tua madre, che starà in pena, io verrò dopo, insieme al porcaro. E ricordati: anche se i Proci mi tratteranno male, tu non devi intervenire in nessun caso. In nessun caso: è chiaro? Me lo prometti? . «Mi chiedi un sacrificio grosso, ma se vuoi così , rispose Telemaco e si staccò malvolentieri dall abbraccio paterno, per correre a casa, da Penelope, come gli aveva ordinato l eroe. Poi Atena trasformò di nuovo Ulisse nel vecchio pezzente, affinché nessuno, neanche il porcaro, potesse riconoscerlo. I Proci meditano vendetta Le notizie corrono veloci, specie in un isoletta tranquilla come Itaca dove non succede mai niente e tutti sanno tutto di tutti. Così, quando i sicari arrivarono alla reggia con le pive nel sacco per comunicare il fallimento dell agguato, i principi superbi ne erano già al corrente. «Ve lo siete lasciati scappare, eh!, furboni , li rimbrottò Anfinomo guardandoli in cagnesco.