La libreria 51 3 A Scheria Il naufragio Il tempo, in mare, scorre più in fretta. Erano passati già diciassette giorni da quando Ulisse era partito da Ogigia, e a lui sembrava di essere salpato1 appena ieri. Rivedeva ancora Calipso che lo guardava in silenzio allontanarsi sulla zattera, quasi stupita della sua felicità. «Non cantare vittoria , gli aveva detto salutandolo, «la tua Itaca è lontana, e il mare è pieno di insidie, anche per un marinaio esperto come te . «Vuoi che non lo sappia! , le aveva risposto lui, quasi seccato, senza neanche guardarla. Poi era balzato sulla zattera e aveva dato al vento la vela, felice di lasciarsi alle spalle la bella ninfa e quell isola selvaggia dov era rimasto prigioniero per sette anni. «A casa, a casa! , mormorava l eroe manovrando con perizia il timone, mentre con l occhio vigile scrutava davanti a sé, nella speranza di intravvedere all orizzonte la sagoma di una terra. Anche di notte, Ulisse non perdeva mai d occhio il cielo: ravvolto nelle coperte di Calipso lanciava ogni tanto 1 salpato: partito. Salpare è un verbo che, nel linguaggio dei marinai, significa «levare l àncora, prendere il largo .