64 VERSO ITACA è meglio che tu ci segua da lontano, sino al boschetto sacro ad Atena. un bel bosco di pioppi con al centro una fontana circondata da un prato. Tu siedi pure sull erba e aspetta un po , il tempo necessario che noi arriviamo a casa. Dopo potrai avviarti verso la città dei Feaci, e cercare il bel palazzo del re. Un ultima cosa voglio dirti: quando entrerai nella sala reale, dirigiti subito verso il trono di mia madre mi raccomando e invoca la sua protezione. Qualunque cosa tu chiederai, ti verrà concessa, se lei vorrà . Ulisse che l aveva ascoltata a capo chino, senza battere ciglio, la vide salire sul carro seguita dalle ancelle, frustare le mule e avviarsi lentamente lungo un viale alberato. Lui le seguì a distanza, finché non giunsero nel bosco di pioppi, dove Nausicaa gli aveva chiesto di fermarsi. Sedette sull erba del prato, vicino alla fontana, e con lo sguardo seguì il carro allontanarsi e svanire a poco a poco, insieme alle risa e ai canti delle fanciulle. Nella reggia dei Feaci I raggi del sole al tramonto si intrufolavano fra i rami degli alberi, come occhietti curiosi, quando Ulisse si avviò verso la città alla ricerca della reggia di Alcinoo. Nel frattempo Atena, che non restava inoperosa, prese l aspetto di una fanciulla del luogo e gli andò incontro lungo la strada. «Ragazza, potresti indicarmi la via che porta al palazzo del re? , le chiese l eroe gentilmente. E lei: «Ti basterà seguirmi, perché anch io devo recarmi in città , rispose, «ma bada: non rivolgere lo sguardo né la parola a nessuno, perché qui gli stranieri non sono benvoluti . Ulisse la seguì, in silenzio, come lei gli aveva raccomandato. Anche se la precauzione era inutile, perché la dea lo aveva fasciato di una fitta coltre di nebbia, per preservarlo dagli sguardi dei Feaci. Così l eroe poté giungere indisturbato