Eolo, i Lestrigoni e Circe 95 porto a custodire le navi. Policleto, il capo del gruppo degli esploratori, e uno dei pochissimi scampati alla strage, mi raccontò che lungo la strada avevano incontrato una ragazza: Sai dirci chi è il re di questa terra e dove abita? , le avevano chiesto. E lei: Stranieri, il re è il glorioso Antifate, e quella lassù è la sua reggia . Arrivati al palazzo, i miei compagni si imbatterono in una donna gigantesca: una specie di orchessa (in realtà era la moglie del re) che, appena li vide, cominciò a gridare a squarciagola e a chiamare il marito: Antifate, Antifate! . Lui si precipitò, e per prima cosa, tanto per gradire, uccise e si divorò due compagni. Gli altri fuggirono via, inorriditi, ma nel frattempo l orchessa aveva dato l allarme. Un esercito armato di tutto punto, a cui si unì, in breve, una schiera di gente comune uomini, donne, persino bambini cominciò a bombardare di pietre le mie navi ancorate nella baia. Ma cosa dico! Non erano pietre: erano sassi enormi, dei veri e propri macigni, che quei giganti, dotati di una mira infallibile, lanciavano, stritolando le navi e il loro equipaggio. In pratica, di tutta quella flotta non mi restò che una nave (la mia), e dei marinai si salvarono a malapena due uomini, fra i quali Policleto, che si gettarono in mare e nuotarono come disperati sfuggendo per un pelo alle pietre e alle lance di quei selvaggi . L isola misteriosa «A sentire certe storie, c è da farsi venire i brividi , sbottò Alcinoo. «Ascolta un po questa, allora! , esclamò l eroe. «Potete immaginarvi con quanta tristezza assistemmo, impotenti, alla morte dei compagni. Ma ora dovevo pensare agli uomini che mi erano rimasti e ricondurli in patria sani e salvi. Ci lasciammo alle spalle la terra dei Lestrigoni e continuammo a navigare sul mare instancabile5. La primavera era finita; venne