3 29 capitolo Timoteo Di corsa mi scapicollo verso casa. L arte di fare tardi ma non troppo, l ho imparata agli scouts. Quando ci davano gli appuntamenti per le riunioni, ero preso dal fare bella figura e arrivavo dieci minuti in anticipo. Rimanevo ad aspettare gli altri, capi compresi, per circa mezz ora, tutte le volte. Tranne alla messa. Alla messa, Don Giovanni, di fronte al ritardo, dall altare, ti affettava con lo sguardo e con le parole non dette: nessuno si permetteva il fuori orario con lui. Insomma, quello di affrettarmi è diventato uno dei miei difetti: per rimediare ( arrivare in orario è segno di rispetto , rimbomba nelle mie orecchie mia madre) accelero. Quando sto per fare ritardo, corro, corro a perdifiato, come se questo servisse a farmi recuperare tutto il tempo perso e poi impiego dai dieci ai venti minuti per respirare di nuovo. Così anche oggi entro come un tornado in casa, quasi scardino la porta e vengo accolto da una battuta acida di mia sorella. Mamma mi guarda preoccupata e mi chiede spiegazioni. Che cosa dovrei dirle? Come potrei essere credibile? Papà mi accoglie con un sorriso: «Campione, ancora un po e tua madre avrebbe cominciato a fare il giro delle telefonate di tutti gli ospedali della provincia! Mangia, ora, e inventati, nel frattempo, una scusa decente per tranquillizzarci tutti .