6 43 capitolo Timoteo Ho scoperto che riesco a essere me stesso quando non devo difendermi dai compagni, né dalle regole e dal funzionamento della scuola. Sono me stesso quando sto con Lodovica. Lodovica Chiarotti, proprio lei in persona, mi chiama per uscire. Forse non è proprio un appuntamento ma, al telefono, è imbranata almeno quanto me: chissà a cosa pensa. Io spero soltanto che il cuore non smetta di battermi proprio in quell istante. Due secondi dopo sono sotto casa sua, curioso e impaziente. Scende bellissima come sempre; per poco non mi cade addosso. Passeggiamo in silenzio giù per le colline, tranquilli a chiacchierare. Mi sono spaventato perché lei non sta per niente bene, ha persino vomitato; fortuna che ho con me un pacchetto di fazzoletti e che siamo vicino al bar del piazzale. Che avrà mangiato? Appena trova la forza di confidarsi, mi grida con tutta la disperazione che sente dentro quanto sta male a causa di suo padre. Io non so che fare, non mi muovo e l ascolto. Mamma mi dice sempre che, tra amici, si fa così e che le ragazze non vogliono la soluzione ai loro problemi, ma qualcuno che le stia a sentire. Niente di più facile: adoro ascoltare le persone; questa, poi, è speciale. Quando, però, mi rendo conto che dovrei muovermi in qualche modo e che Lodovica aspetta che dica qualcosa, mi si spegne il cervello. Allora la stringo forte, magari mi arriva