98 14 capitolo Timoteo Me ne vado in giro col mio sorriso ebete e una felicità autentica nel cuore: io esisto, io ci sono, io non sono più uno stupido scarafaggio. Quando sono sceso dal palco, l altro giorno, era tutto un complimentarsi e darmi pacche sulle spalle e io non sapevo che dire né che fare, ma è andata e va bene così. Torno a casa, il signor Augusto rientra anche lui. Lo chiamo. Si volta piano. «Ragazzo, come stai? da un po che non ti vedo . «Bene, signore, grazie; e lei? La trovo in ottima forma . «Benissimo, un fiore appena sbocciato! Adoro quest uomo. «Signore, le ultime volte andavo sempre di fretta e me ne scuso. Sa, la scuola, la famiglia. Posso invitarla a prendere il caffè d orzo? «Ragazzo mio, sono molto impegnato, magari un altra volta . Deluso e sorpreso dai suoi impegni, infilo la chiave nel portone. «Timoteo, sto scherzando. Faccio due chiacchiere con te molto volentieri, davanti al caffè d orzo. Vieni tu da me, però . «Ok, avviso casa e arrivo, grazie, signore . «Grazie a te, ragazzo .