105 4 La nascita di Galahad Il fanciullo meraviglioso Ormai era trascorso quasi un anno da quando Lancillotto era tornato a Camelot. Da allora aveva affrontato ancora molti tornei, sconfitto i cavalieri più famosi, tanto che si era diffusa la voce che fosse invincibile. Ginevra era orgogliosa di lui, che le dedicava ogni volta le sue vittorie e l amava con tutto il cuore. Il re lo portava in palmo di mano, e in tutto il regno non c era nessuno che non lo ammirasse e non lo stimasse un vero eroe. Ciononostante il giovane si sentiva sempre meno soddisfatto di sé e il motivo era uno solo: dal suo ritorno a corte, non aveva più avuto neanche uno straccio di avventura, e non c era istante in cui non rimpiangesse i bei tempi in cui rischiava la pelle contro avversari crudeli come ser Turquin o Morgana la Fata. Un giorno era la vigilia della Pentecoste e i cavalieri della Tavola Rotonda stavano pranzando in compagnia dei sovrani arrivò a corte una gentildonna. Entrò di corsa nella sala del banchetto e si presentò subito al re, salutandolo con un inchino. «Dio ti benedica, bella signora , rispose Artù. «Che cosa posso fare per te? . «Per amor di Dio, dimmi subito dov è Lancillotto . Artù glielo indicò: «Eccolo laggiù , rispose. La dama gli si avvicinò e, senza neanche dargli il tempo di salutarla o di