170 7 Storie del nobile Lancillotto e della regina Ginevra La mela avvelenata Con il ritorno di ser Bors, la ricerca del Santo Graal poteva dirsi conclusa. I cavalieri erano rientrati a corte, e a Camelot sembravano tornati i bei tempi della Tavola Rotonda, quando ogni giorno era una festa e tutti erano felici. Ogni tanto, Artù si rattristava vedendo i seggi della sua tavola rimasti vuoti e ripensando ai bei cavalieri che avevano perso la vita durante l avventura. Ma poi, gli bastava guardare Lancillotto atterrare gli avversari, anche due o tre alla volta, nelle giostre, come se niente fosse, e la sua Ginevra che gli batteva le mani, tutta allegra, e gli tornava il buonumore. La regina era tanto lieta per il ritorno di Lancillotto, che si era fatta ancora più graziosa, e lui, appena la rivide, si innamorò di nuovo come un ragazzino, dimenticando la sua promessa1. I due amanti ripresero a frequentarsi come prima, se non di più, tanto che a corte le malelingue cominciarono a mormorare, incoraggiate dai pettegolezzi di ser Agravano, fratello di Galvano. Così, per sottrarsi alle maldicenze, l eroe decise di soddisfare le richieste di molte gentildonne diventando il loro campione e diradando 1 la sua promessa: la solenne promessa che aveva fatto all eremita di porre fine ai suoi amori con la regina.