La cosmesi a Roma riccioli erano fermati con spilloni e nastri ricamati (fasciae pictae) in oro e pietre preziose. Con il passare dei secoli, le chiome divennero sempre pi elaborate, tanto che il poeta Giovenale (65-140 d.C.), autore di n Livia Drusilla. satire di denuncia, scrisse che le donne di bassa statura, per sembrare pi slanciate, portavano acconciature pi alte di loro. Curiosi ornamenti erano gli aghi crinali (acus crinales), spilloni d osso, avorio, oro o argento con in cima un decoro che in certi casi conteneva del veleno. Alcune pettinature sono note con il nome di famose donne che le indossarono, come le influencer di oggi: cos abbiamo l acconciatura all Ottavia (sorella dell imperatore Augusto), con un nodo sulla fronte e una serie di trecce legate insieme, oppure quella alla Giulia di Tito , (figlia dell imperatore Tito), una cascata di riccioli che sovrasta la fronte. Alcune Romane facevano uso di capelli posticci per creare effetti straordinari; molto apprezzati erano capelli neri provenienti dall India o quelli biondi, di origine nordica. In questo secondo caso, venivano usate tinture per schiarire i propri con le spume batave. Per lei: dalla pettinatrice Capelli lunghi (longi capilli), trecce, riccioli, pettinature alte, spilloni, posticci, tiare, spume batave (spumae batavae), unguenti, profumi, tinture, ombretti erano di moda fra le donne romane. La toilette cominciava con l acconciatura dei capelli, affidata a mani esperte di pettinatrici (ornatrices) n Scatola d avorio con strumenti di bellezza. Museo Archeologico Nazionale, Napoli. che potevano recarsi nelle case di lusso, o viverci abitualmente, o prestare il proprio sevizio nelle botteghe, diffuse soprattutto nei quartieri mercatali. Nelle fanciulle le pettinature erano semplici: i lunghi capelli venivano raccolti in trecce sulla nuca, formando una crocchia sul capo. Le acconciature nelle dominae erano pi complicate, perch i capelli venivano arricciati con il ferro caldo (calamistrum), raccolti talora a formare diversi piani e i n Ottavia, sorella di Augusto. 164