Unità 11 Povero me! In mano ai briganti! Giunto alla stalla, mi avvicino al mio bel cavallo bianco, che mi scaccia per impedirmi di mangiare l’orzo. Ma forse la Fortuna non mi ha abbandonato, perché vedo un’immagine votiva alla dea Epona adornata di una corona di rose fresche. Mi sollevo sulle zampe posteriori per mangiare le rose, ma lo schiavo a cui ero affidato se ne accorge...; in quel momento entra una banda di briganti e il capo ordina: “Portate fuori i due asini e il cavallo, saranno utili per il trasporto del bottino”. Assaltano il magazzino dove Milone tiene il tesoro, riempiono i sacchi di enormi ricchezze, monete e monili d’oro, caricano me, il cavallo e l’altro asino e ci spingono a suon di frustate su di un sentiero sperduto tra i monti. Mentre i briganti sostano, vedo un orto, dove c’è un cespuglio di rose: “Sono salvo!”. Ma la mia mente mi dice che, se mi fossi trasformato in uomo, i briganti mi avrebbero ucciso. È ormai notte e, carico come un somaro, seguo i briganti che raggiungono una grotta, dove una vecchia prepara una ricca cena a base di carne, pane e vino in abbondanza. Arrivano altri predoni e raccontano le loro miserabili imprese.