I briganti all’alba portano nella caverna una fanciulla in lacrime e le dicono: “Carite, non ti torciamo un capello, ma i tuoi genitori devono darci un sacco di soldi, poi ti libereremo”. E se ne vanno. La fanciulla continua a piangere disperata e dice alla vecchia: “Dovevo sposare Tlepolemo, la mia casa era addobbata per le nozze, quando i briganti mi hanno rapita!”. La vecchia per tranquillizzarla la conforta: “Ti racconterò la storia di Amore e Psiche e vedrai che, quando tutto sembra perduto, la Fortuna può mutare la sorte”.
1. Sono nella stalla, desidero mangiare le rose della nicchia dedicata alla dea Epona.
In stabulo sto, cupio edere rosas, quae (che) sunt in ediculā dicatā deae Eponae.
2. Improvvisamente giungono dei briganti, devo fuggire dalla stalla con il mio cavallo e con l’altro asino.
Repente latrones perveniunt, e stabulo debeo fugere cum meo equo et cum asino altero.
3. Di notte mi conducono attraverso valli e monti, con il bottino sulla schiena preso nella casa di Milone: sono monete e bracciali d’oro.
*Nocte me (mi) ducunt per valles et montes cum praeda in dorso, capta (presa) Milonis domi: sunt armillae et nummi ex auro.*
4. In un antro una vecchia prepara ai briganti carne, vino e pane, poi vedo una fanciulla che piange, infatti i briganti l’hanno rapita.
In antro anus (una vecchia) latronibus carnem, vinum et panem parat, deinde video puellam quae (che) flet, nam latrones eam (la) rapuerunt.
Nelle frasi riportate sono presenti alcune regole che troverai nell’unità: parole della terza declinazione: secondo gruppo (in rosa), i verbi in -io (in
giallo), il complemento di materia (in azzurro).