Un mondo pieno di dei Le antiche divinità latine Gli antichi Romani erano un popolo di agricoltori e adoravano soprattutto le potenze divine della terra e dei campi. La loro religione era basata sul senso pratico; offrivano vittime e sacrifici agli dei per ricavarne dei compensi: buoni raccolti, assenza di malattie, prosperità. Venivano divinizzati aspetti della Natura come il Raccolto, la Semina, il Bosco. Sempre legate al mondo agricolo-pastorale erano queste divinità: Fauno, dio delle selve, Flora, dea dei fiori, Cerere, dea dei raccolti, Vesta, dea del focolare domestico. Il suo culto era affidato alle Vestali, vergini con il compito di alimentare sull’altare della dea il fuoco sacro, simbolo della potenza di Roma. Paul Pieter Rubens, Vulcano forgia i fulmini di Giove, Madrid, Museo del Prado. Dalla Grecia a Roma I Romani, in fatto di religione, erano debitori degli Etruschi che rispettavano le sacre prescrizioni in modo molto rigoroso. A partire dal IV-III sec. a.C., in seguito ai contatti di Roma con la Grecia e con le colonie della Magna Grecia, i Latini assimilarono molte divinità, cambiando il nome. Augusto, Pontece Massimo, Roma, Palazzo Massimo. Le più importanti erano: Giove ( ), padre degli dei e padrone degli uomini; Giunone ( ), sua sorella e moglie, dea della famiglia e delle nozze; Minerva ( ), protettrice delle arti e delle scienze; Marte ( ), dio della guerra; Mercurio ( ), messaggero degli dei e protettore dei commerci; Nettuno ( ), dio del mare; Apollo ( ), assimilato al sole, dio della poesia e della musica; Diana ( ), dea della caccia, il suo culto venne poi confuso con quello di Ecate, dea della luna; Venere ( ), dea dell’amore; Vulcano ( ), dio del fuoco e inventore dell’industria dei metalli; Plutone ( ) re dell’oltretomba. Venere era una delle più importanti divinità romane, associata all’amore e alla bellezza. Era considerata l’antenata del popolo romano, in quanto madre di Enea, il leggendario fondatore di Roma. Iuppiter Iuno Minerva Mars Mercurius Neptunus Apollo Diana Venus Vulcanus Pluto Agnolo Bronzino, Allegoria del Trionfo di Venere, particolare. Londra, National Gallery.