Unità 13 Psiche nel palazzo del suo sposo ■ Particolarità della terza declinazione ■ Il dativo di possesso Psiche, adagiata sul quel bel prato verde, si addormenta; quando si sveglia rasserenata, vede un bosco e in lontananza un palazzo. Lo raggiunge, entra e si guarda intorno: è una residenza magnifica con i soffitti intagliati nel legno e nell’avorio e sorretti da colonne d’oro; le pareti sono ricoperte di argento sbalzato con scene di animali esotici che lottano con forza. I pavimenti appaiono di una bellezza straordinaria perché fatti di tessere di pietre preziose. Psiche dice: “Che meraviglia! Sembra la dimora di un dio, simile a quella di Giove, nell’Olimpo!” Si inoltra nelle altre stanze; alcune hanno le pareti d’oro che risplendono come il sole. Sente delle voci che sussurrano: “Tutto ti appartiene”; esseri invisibili preparano una cena prelibata e suonano con la cetra dolci melodie. Psiche si reca nella camera da letto; in piena notte il suo sposo la raggiunge, le sussurra dolci parole e le raccomanda: “Non devi mai guardarmi, ricordatelo!” Ogni notte lo sconosciuto marito ritorna, Psiche lo ama, anche se non lo vede. Una sera le dice: “Le tue sorelle ti credono morta, verranno a cercarti ai piedi della rupe, se sentirai le loro voci, tu devi tacere, non devi raggiungerle!” Tutto avviene come preannunciato, ma la fanciulla, quando sente parlare le sue sorelle, disubbidisce e va loro incontro. Mostra tutte le ricchezze del palazzo, dona loro dei gioielli e raccomanda: “Dite a mamma e a papà che sono felice e che aspetto un bimbo”. Le sorelle invidiose chiedono insistentemente particolari sullo sposo. Ma Psiche non può descriverlo: “Non l’ho mai visto!”. Allora le danno una lucerna e le dicono: “Quando verrà, illumina il suo viso con questa luce, poi uccidilo con questa lama, perché è un mostro orribile”. Psiche crede alle parole delle sorelle malvagie e, quando lo sposo la raggiunge, illumina il suo volto con la lucerna ed esclama: “È bellissimo, ha i riccioli d’oro!”. Nella sorpresa, agita la lampada e una goccia d’olio bollente cade sulla spalla del giovane. Adirato, lo sposo le dice: “Non mi vedrai più, sei stata curiosa e sarai punita!”. E Cupido – proprio il dio dell’amore – si allontana.