n Particolarit della terza declinazione n Il dativo di possesso Psiche nel palazzo del suo sposo P siche, adagiata sul quel bel prato verde, si addormenta; quando si sveglia rasserenata, vede un bosco e in lontananza un palazzo. Lo raggiunge, entra e si guarda intorno: una residenza magnifica con i soffitti intagliati nel legno e nell avorio e sorretti da colonne d oro; le pareti sono ricoperte di argento sbalzato con scene di animali esotici che lottano con forza. I pavimenti appaiono di una bellezza straordinaria perch fatti di tessere di pietre preziose. Psiche dice: Che meraviglia! Sembra la dimora di un dio, simile a quella di Giove, nell Olimpo! Si inoltra nelle altre stanze; alcune hanno le pareti d oro che risplendono come il sole. Sente delle voci che sussurrano: Tutto ti appartiene ; esseri invisibili preparano una cena prelibata e suonano con la cetra dolci melodie. Psiche si reca nella camera da letto; in piena notte il suo sposo la raggiunge, le sussurra dolci parole e le raccomanda: Non devi mai guardarmi, ricordatelo! Ogni notte lo sconosciuto marito ritorna, Psiche lo ama, anche se non lo vede. Una sera le dice: Le tue sorelle ti credono morta, verranno a cercarti ai piedi della rupe, se sentirai le loro voci, tu devi tacere, non devi raggiungerle! Tutto avviene come preannunciato, ma la fanciulla, quando sente parlare le sue sorelle, disubbidisce e va loro incontro. Mostra tutte le ricchezze del palazzo, dona loro dei gioielli e raccomanda: Dite a mamma e a pap che sono felice e che aspetto un bimbo . 206