La casa romana La struttura della domus Secondo le descrizioni di Vitruvio, grande architetto del tempo di Ottaviano, e i reperti archeologici di Pompei e di Ercolano, la casa ( ) dei ricchi Romani era costituita di due parti: la prima aveva come punto centrale l’ , la seconda, il . In epoca repubblicana la era meno articolata e si sviluppava su di un unico piano. Si entrava nel , che introduceva alla , seguivano le , proseguimento del vestibolo. Oltre all’ingresso principale, ve n’era uno di servizio, su di un lato della casa da cui entravano ed uscivano garzoni, servi, clienti. Il cuore della dimora era l’ , una grande sala con una vasca rettangolare al centro, , destinata a raccogliere l’acqua piovana dall’apertura del tetto. domus atrium peristylium domus vestibulum porta fauces atrium impluvium . Villa di Livia, Roma. Viridarium La vita della famiglia si svolgeva prevalentemente in questo locale, dove ardeva il focolare e dove erano collocate le statue dei Lari. Il , posto al fondo dell’ ed ornato di colonne, sede del , era separato dal resto della casa da un pesante tendaggio. Le camere da letto, , avevano un’unica apertura sull’ e solo quella dei padroni era affrescata e decorata con mosaici. La cucina, ( ) generalmente ampia, affollata da servi e cuochi, disponeva di acqua e di molti posti di cottura in muratura, ma l’aria era fumosa e greve, poiché non vi era un tiraggio. All’esterno della casa, si trovava il , un giardino per la coltivazione di fiori e frutti. Questo spazio, in età imperiale, diede origine al , un ampio cortile interno, circondato da colonne, dove si trovavano il , destinato ai pranzi sontuosi, l’ , un’altra sala spaziosa e l’ , un triclinium ancora più ampio. Altri locali completavano la casa: la biblioteca, un padiglione per ascoltare la musica e il , piccole terme. tablinum atrium pater familias cubicula atrium culina viridarium peristylium triclinium exedra oecus balneum Casa a graticcio, Pompei.