Aristomane continua: “Ho incontrato un vecchio amico, Socrate, lacero e disteso a terra: è stato derubato dai pirati e, dopo aver alloggiato in una misera locanda, gestita da una donna, Meroe, è stato da questa irretito, derubato persino degli abiti, e reso nello stato miserabile in cui si trova ora”. “Davvero!” – fa l’altro. – “Certo, è una vera strega, con poteri soprannaturali, per esempio, può tirare giù il cielo e sollevare in aria la terra, può mutare l’acqua in una pietra preziosa, può spegnere le stelle e far brillare di luce l’inferno”. “E si conoscono altri malefici di questa megera?” – chiede il compagno. “Sì, un suo amante è stato trasformato in castoro, una matrona di cui era invidiosa è diventata una rana, un avvocato a lei avverso ora è un montone e con quelle fattezze discute le cause in tribunale”. Sentiti questi discorsi, il miglior partito mi sembra quello di tagliare la corda e dirigermi a Ipata, una città greca, famosa per la magia, infatti devo consegnare una lettera del mio amico Demea a un suo conoscente che si chiama Milone. Lucio narra una storia greca. La Tessaglia è la patria di Lucio. Meroe è una maga cattiva. Lucio ha la lettera di un amico. 1. Lucius Graecam narrat. fabulam 2. Thessalia Lucii est. patriă 3. Meroe improbă est. magă 4. Lucius amici habet. epistulam In queste frasi, trovi evidenziati alcuni sostantivi della : prima declinazione fabulam, patria, maga, epistulam.