E così la giara viene portata a casa del giovane dal povero fabbro gabbato. Le mie avventure continuano: vengo venduto a un mugnaio, di nuovo sono alla macina, osservo schiavi marchiati sulla fronte e sfruttati miseramente. Penso alle mie sventure e mi viene in mente Ulisse con il suo peregrinare: “Sono grato a quell’asino che col viaggiare in tanti paesi, nascondendomi sotto la sua pelle, mi ha reso molto esperto della vita”. Cambio di nuovo padrone, ora mi compra un ortolano, che mi impiega nel trasporto delle verdure al mercato, ma sono a riposo mentre lui lavora la terra. Al foro mi guardo attorno: botteghe di fabbri, di falegnami, di frutta e verdura, macellai, pescivendoli, panifici... a proposito, che profumo di pane appena sfornato! L’ortolano scarica le verdure sul banco, dal soffitto della bottega pendono zucche, trecce di cipolle e di aglio, mazzi di erbe. C’è un formicolare di gente, i bottegai gridano per attirare compratori, che si fermano a bere e a mangiare nelle trattorie. Mi diverto, ma al confronto dei mercati traianei, questi non sono che una copia in miniatura. Quando il cuoco avrà cucinato il cervo, questo sarà in tavola per la delizia dei commensali. (Quando) *coquus cervum , hic* (questo) 1. Cum coxerit ad convivarum delicias in mensā erit. Nella casa del mugnaio, solo quando avrò terminato il lavoro con la macina, mi riposerò. (quando) *laborem molā , quiescam.* 2. In pistoris casā, solum cum finivero Il contadino mi porterà al mercato, dove avrà venduto le verdure di grande bontà. *Agricola ad mercatum me ducet, ubi olera .* 3. vendiderit magnā bonitate In piazza vedo i fabbri che producono armi di grande bellezza. 4. In foro video fabros qui arma faciunt. magnā pulchritudine In queste frasi, trovi evidenziati in il futuro anteriore e in il complemento di qualità. azzurro giallo