Unità 18

Lo sfortunato incontro con un soldato romano

■ Il participio presente

■ Il participio passato

■ Il complemento d’agente e di causa efficiente

Un giorno, mentre io e l’ortolano torniamo dal foro, ci imbattiamo in un tizio, un tronfio soldato di una legione di stanza in Tessaglia, che si rivolge al mio padrone parlando in latino; quello non comprende nulla e non risponde. Il militare si offende, gli sferra un colpo in testa con una verga di vite e lo butta giù dalla mia groppa. Il soldato capisce che il mio padrone non conosce la lingua latina e gli dice in greco: “Ho bisogno del tuo asino, deve aiutare i miei commilitoni a trasportare i bagagli del mio comandante”. Vengo a conoscenza, attraverso le parole del soldato, che in questa zona ci sono legioni romane per il controllo del territorio.
L’ortolano, a me affezionato, per dissuaderlo gli dice: “È un somaro che non è in grado nemmeno di portare le verdure al mercato, a stento ansimante arriva alla stalla. Non può certo portare oggetti pesanti!”. Il soldato non si lascia convincere, anzi si accanisce contro di lui e lo minaccia con la spada, ma ha sottovalutato la forza del mio padrone, che lo picchia di santa ragione tanto che quello deve fingersi morto per salvarsi la pelle. L’ortolano teme che arrivino i commilitoni del soldato e cerca rifugio presso la casa di un suo amico che ci nasconde in una stanza segreta del sottotetto, con una piccola finestra.
I soldati, avvisati dal militare, che intanto si era ripreso, ci cercano in tutta la zona circostante. Uno spione ci ha visti entrare in quella casa e riferisce tutto al comandante, che, per incriminare il mio padrone, dice di aver subito il furto di un vaso d’argento, proprio ad opera dell’ortolano.
Intanto si è radunata con un gran vociare molta gente per assistere alla cattura del presunto ladro. I magistrati intimano al padrone di casa di consegnare l’ospite nascosto, che però nega di averlo mai
visto. La casa viene perquisita da cima a fondo, angolo per angolo, ma quelli non trovano l’ombra di un essere umano. Stanno per andarsene, quando io, incuriosito dalla situazione, piegando di lato il
collo, metto fuori dalla finestrina la testa. Ecco che un soldato si accorge della mia presenza e veniamo scoperti. Dove mi porta la mia curiosità! E così il mio padrone viene condotto in prigione e io ora sono al servizio dell’arrogante soldato.

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