Finalmente sono Lucio! ■ I pronomi personali e riflessivi ■ I pronomi e gli aggettivi possessivi ■ I pronomi e gli aggettivi dimostrativi ■ I pronomi e gli aggettivi determinativi ■ I pronomi relativi Sono pieno di angoscia, ma la luna, che sta sorgendo dal mare con una luce di straordinario chiarore, mi dà conforto, mi sento infondere un ardore prima sconosciuto. Mi immergo nelle acque del mare; mi sento rigenerato e prego la divinità: “O regina delle dee, che tu sia Cerere, o Venere, o Diana, o Proserpina: mi sia lecito invocarti affinché tu possa mettere fine ai casi crudeli che ho sopportato. Basta sofferenze! Fammi ritornare il Lucio di sempre e fammi rivedere i miei cari!” Ecco che dal mare emerge una creatura divina con capelli foltissimi e ondulati che le cadono sulle spalle. Il capo è incorniciato da una ghirlanda di fiori e nel mezzo trionfa un disco: è una luna che brilla di una luce straordinaria. La tunica che l’avvolge è cangiante, intessuta di stelle luminose. Il bordo del mantello è ornato di una ghirlanda di fiori e di frutti. La dea tiene in mano un sistro di bronzo. Poi sento la sua voce: “Eccomi Lucio, ho sentito le tue preghiere: Gli Egizi mi hanno sempre venerata e mi chiamano con il mio vero nome, Iside; vengo a te perché ho pietà delle tue sventure: segui i miei consigli e le tue pene finiranno. Ci sarà una cerimonia in mio onore e il sacerdote, grazie a un mio avvertimento, porterà nella mano destra una corona di rose. Avvicinati e mangia le rose così vedrai cadere la pelle d’asino e riprenderai di nuovo le tue sembianze”. Al mattino, alla luce di un sole luminoso come l’oro, ecco venire il sacerdote, con la statua della dea, seguito dalla folla; tiene in mano una corona, sì proprio la corona che serve a me! Divoro i fiori e subito scompaiono le mie orrende sembianze. Riprendo la posizione eretta, le piante dei piedi si allungano, ricompaiono le dita e sparisce la coda. Riacquisto le mie vere fattezze. Mi copro con una bianca veste che mi offre il sacerdote dicendomi: “Per Ercole, sei tre volte felice; dopo aver attraversato tante avversità, ora hai sconfitto la Fortuna nemica”. Poi tutti insieme ci rechiamo sulla spiaggia, dove viene inaugurata una splendida nave con una vela su cui campeggiano lettere in oro beneaugurali per il viaggio: è il Navigium Isidis. Torniamo al tempio della dea, il sacerdote mi consacra ministro di Iside. Intanto l’alata Fama ha diffuso la notizia della mia rinascita e i miei cari, carichi di doni, mi raggiungono con il mio cavallo bianco, per constatare che dall’inferno sono tornato alla luce. Dopo alcuni giorni, mi dirigo a Roma e me la passo niente male con i proventi della professione di avvocato. Chi può essere più felice di me?